giovedì, novembre 19, 2009

Rio Tinto


Il nome non è certo di origine africana, e neppure si tratta del nome di un fiume o di un torrente. Vi domanderete allora che relazione ha con Babonde? E’ il nome di una delle più grandi società minerarie del mondo (la terza) e si occupa di ricerca, estrazione e lavorazione di minerali, e da qualche mese ha fatto la sua apparizione nella foresta dell’Haut Uele e quindi anche nella foresta di Babonde. Società anglo australiana alla ricerca di nuovi siti di sfruttamento per i decenni a venire. Per il momento si tratta semplicemente di esplorazione, in vista di conoscere se domani “il gioco varrà la candela”, ossia se le ricchezze del sottosuolo sono tali da giustificare gli investimenti necessari, che comunque anche al momento sono notevoli: missioni di geologi inglesi per lunghi periodi a prelevare campioni un po’ dovunque su una superficie di territorio vastissima. Rilievi geografici ed idrici coadiuvati da una mappatura fotografica presa da un aereo che per più di un mese ha sorvolato tutta la zona suscitando prima scompiglio e paura, poi meraviglia ed interesse da parte della popolazione locale. Una possibile azienda che si possa installare nel territorio fa nascere speranze molteplici: la sistemazione delle infrastrutture stradali, la creazione di impiego, la corrente elettrica, un ospedale attrezzato… ma anche i dubbi sulle ricadute negative di una trasformazione radicale del territorio, corruzione, spoliazione delle risorse.
Rio Tinto per il momento sta solo esplorando e la ricerca non sarà breve, certo è che il destino di queste zone di foresta non dimora nelle mani della popolazione che da secoli la abita, ma da molti giochi ed interessi che saranno conosciuti solo a posteriori. Rio Tinto sembra un’impresa seria e noi lo speriamo, ma giusto per completare l’informazione riguardo a quante cose girano attorno al mondo dei minerali incollo sotto un articolo scritto di recente riguardo alla vicina regione dell’Ituri sempre nella repubblica democratica del Congo, confinante con la nostra. Ciao e buona lettura.

Minerali


Multinazionali e aziende minerarie alimentano le violenze che da anni attraversano le regioni orientali della Repubblica democratica del Congo, causando la morte di civili innocenti: è l’accusa, corredata di informazioni e dati dettagliati, contenuta nel rapporto diffuso dall’organizzazione non governativa (ong) inglese Global Witness, secondo la quale tra le aziende in questione figurano imprese europee e asiatiche tra le più importanti del settore. Nel rapporto, dal titolo “Di fronte a un fucile, cosa si può fare?”, Global Witness spiega come le aziende in questione si facciano rifornire da mediatori locali che a loro volta finanziano gruppi armati che controllano ampie porzioni di territorio nell’est del paese. Sulla base di indagini condotte sul terreno e presso i vertici delle società minerarie, l’ong ha potuto appurare che “nonostante siano avversari sul campo di battaglia, gruppi ribelli come le Forze democratiche di liberazione del Rwanda (Fdlr) e l’esercito nazionale congolese cooperano regolarmente spartendosi i territori e i bottini grazie alle loro attività di commercio illegale”. Secondo gli autori dell’inchiesta, “nonostante i recenti sviluppi politici, in particolare il riavvicinamento tra i governi di Kinshasa e Kigali, la violenza perpetuata nei confronti dei civili non accenna diminuire nel Kivu, dove tutti belligeranti ricorrono sistematicamente e pratiche di lavoro forzato e riduzione in schiavitù ai danni degli abitanti delle zone minerarie”. Global Witness aggiunge che “il fatto che i governanti locali non esigano che le aziende operanti sul posto presentino regolarmente i conti delle loro atttività, che il Rwanda e il Burundi non controllino i trasporti alle loro frontiere e che i diplomatici non si occupino direttamente di accordi e operazioni minerarie, sono tutti elementi che favoriscono il perpetuarsi di un conflitto che negli ultimi 12 anni ha già causato la morte di migliaia, se non milioni di persone”.
Per le aziende in questione, tra le quali figurano sussidiarie locali della britannica Amalgamated Metal Corporation (Amc) e la tailandese Thaisarco, veri ‘giganti’ del commercio di oro, stagno, coltan e cassiterite, Global Witness chiede l’applicazione delle norme Onu e delle sanzioni invocate in diverse risoluzioni del Consiglio di sicurezza per chiunque sostenga, attraverso il commercio illegale di risorse minerarie, i gruppi armati congolesi.

mercoledì, novembre 18, 2009

Settembre, Rientro


Viaggiamo verso Isiro, è senza dubbio particolare perchè saremo insieme a due ospiti Italiani, Sonia Mansutti e Riccardo. Ebbene sì, dopo anni ed anni anche Babonde ha visto i suoi stranieri. A dire la verità sono solo di passaggio da noi, in provenienza da Wamba e con destinazione Isiro, li abbiamo accolti molto volentieri per un paio di giorni, riattizzando l'idea di un qualche gemellaggio tra Italia e Congo, per simpatizzanti della missione (sia pure di breve ma intenso periodo). Sonia è presidente di un'associazione di Padova e Riccardo è un elettricista, sono in Congo per promuovere qualche progetto ed in particolare la conclusione dei lavori per la costruzione di una clinica olftamologica (cura degli occhi, nello specifico). Cercheremo di rimanere in contatto così che il progetto "Occhiali per l'Africa" della Scuola Missionaria possa eventualmente dare e ricevere contributo. Parlare un pò di veneto fa del bene, così anche la rassomiglianza culturale, fa riposare la testa per qualche giorno. Qualcuno se la sente di programmare un periodo da queste parti?
E' ripreso l'anno scolastico e poco a poco le scuole riaprono i battenti, con una certa puntualità nel centro, ma con due, tre o quattro settimane di ritardo nei villaggio periferici. D'altra parte alcune classi sono da ricostruire, i banchi fatti di mezzi tronchi sono da fabbricare, il terreno da gioco è oramai invaso dalle erbe, per cui molti giorni saranno dedicati alla "Educazione al Lavoro", una materia che 'tira' e che la farà da padrone in queste prime settimane. Per molti genitori è nel giorno stesso del rientro scolare che scocca l'ora della ricerca del necessario (soldi per l'iscrizione, acquisto dell'uniforme e dei quaderni, il "premio" per gli insegnati non pagati dallo stato) e quindi il ritardo si fa inevitabile. Scherzando c'è da chiedersi se la mancanza di un deposito bancario per far fronte a questa e a mille altre emergenze è causata dalla quasi inesistente cultura al risparmio, dal vivere giorno per giorno, dalla penuria cronica di soldi, dalla mancanza di Banche (strutture organizzate per gestire il risparmio)... Probabilmente tutto questo insieme a molto altro che ancora mi sfugge, fa si che l'improvvisazione sia un ingrediente quotidiano con cui "condire il problema del giorno".
Alessia (nome di fantasia) è stata promossa lo scorso giugno, anche se i suoi responsabili avevano deciso di farla bocciare in modo da "montare il caso". Avviene infatti ogni anno che per passare l'esame una insegnate chieda a tutti gli studenti della sua classe, indiscriminatamente, una quota di denaro, con la penale della bocciatura per chi non paga. Alessia non aveva questo denaro e in lacrime si era perciò rivolta ai suoi responsabili, che stanchi ed indignati del continuare a sentire episodi di corruzione in ambienti che dovrebbero essere votati all'educazione , avevano invece deciso di non pagare, progettando di smascherare pubblicamente l'insegnante, visto anche che il direttore della scuola, pur a conoscenza dei fatti non aveva intenzione di intervenire. A sorpresa invece, Alessia, supera brillantemente gli esami. I compagni di classe avevano solidarizzato con la malcapitata, raccogliendo ciascuno una piccola contribuzione in modo da pagare anche la sua quota, facendo malauguratamente saltare il progetto, ma salvando anche la vittima predestinata.
Durante l'anno sono diverse e fantasiose le 'contribuzioni' che aiutano l'allievo a ben preparare il salto alla classe superiore, soprattutto nella città: della benzina per la moto, del carbone per cucinare, delle 'ndele' per riparare il tetto della casa privata, delle 'unité' per il telefonino... Qualche volta nelle università i doni in natura si fanno più esigenti ed incredibili.
Una scuola non gratuita, spesso invasa dalla corruzione lascia ben poco sperare in future generazioni che siano in grado di raddrizzare il paese, eppure è sempre al livello dell'educazione che non si deve mai mollare la presa e la speranza. Aiutare la preparazione dei nuovi professori, sostenere gli allievi è un compito che sentiamo nostro. Tra le altre cose la missione diventa sala studio, biblioteca, libreria scolastica ed anche cartolibreria poiché in molti villaggi la possibilità di acquistare una penna, un grosso quaderno, un righello si riduce ad una volta ogni quindici giorni il giorno di mercato.
Siamo nella stagione delle piogge e i grossi camion hanno oramai sfiancato e consumato l'unica strada percorribile rimasta per Isiro, riempendola di scavi di enorme buche e di fango. I prezzi non possono che aumentare nella situazione di 'enclave' in cui ci troviamo a vivere. Ma il sole non manca, la foresta continua a crescere, accanto ad ogni grosso buco in mezzo alla strada c'è sempre lo spazio per creare un nuovo passaggio, la pazienza permette di prendere il giusto tempo necessario per smontare la rabbia e creare soluzioni a situazioni di 'empasse'. Niente è perduto, se poi si considera che quanto si perde è pur sempre di questa terra. Ed è comunque difficile togliere il sorriso ai bimbi.
Ciao e buon rientro anche a voi. p. Renzo.