tag:blogger.com,1999:blog-201334122024-03-19T12:28:40.596+01:00KARIBUBenvenuto a te, chiunque tu sia, ovunque tu sia.p.Renzohttp://www.blogger.com/profile/04421909073234801597noreply@blogger.comBlogger80125tag:blogger.com,1999:blog-20133412.post-20175850302855680082021-02-10T11:28:00.001+01:002021-02-10T11:28:49.978+01:00Photo de Renzo Busana<p class="mobile-photo"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhzdL36vt4SBVrByjW54tq8Q8-DngYZdj9Esk5DNCgCMvx0GaUkn4dO3HZwL-7qvXrxoy9PMwettCGzd_r1WC1b_i-uHa3u9_iJqdjW6cxZC60-qoRRJJB3BphUaMsjj2WTL23OWg/s1600/IMG-20210210-WA0001-730014.jpg"><img src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhzdL36vt4SBVrByjW54tq8Q8-DngYZdj9Esk5DNCgCMvx0GaUkn4dO3HZwL-7qvXrxoy9PMwettCGzd_r1WC1b_i-uHa3u9_iJqdjW6cxZC60-qoRRJJB3BphUaMsjj2WTL23OWg/s320/IMG-20210210-WA0001-730014.jpg" border="0" alt="" id="BLOGGER_PHOTO_ID_6927580087217004002" /></a></p><div>Le diocèse de Kilwa-Kasenga, en général, et la paroisse Saint Pierre dont nous avons la charge pastorale, en particulier, étaient dans l'immense joie de recevoir la visite de Son Eminence Fridolin, cardinal AMBONGO, Archevêque Metropolitin de Kinshasa, le dimande 07/février/2021 à Kilwa. Après la messe célébrée à la paroisse Saint Pierre, une reception a été organisée dans l'aceinte de l'évêché à Kilwa. Avant le depart de Son Éminence pour Kashobwe, un cadeau lui a été remis par la communauté SCJ de Kilwa pour marquer son passage. Pour rappel, le prelat a commencé sa tournée à Butembo-Béni via Goma, puis est parti à Kole ; ensuite il s'est rendu à Idiofa en passant par Kenge et Kikwit). Tout dernièrement, il a honoré de sa présence le diocèse de Bondo en transitant par Kisangani et celui de Kisantu dont il est administrateur apostolique.</div><div><br></div><div><br></div><div><br></div><div><br></div><div id="composer_signature"><div style="font-size:85%;color:#575757" dir="auto">Envoyé depuis mon smartphone Samsung Galaxy.</div></div>p.Renzohttp://www.blogger.com/profile/04421909073234801597noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-20133412.post-74169664079282535232021-02-08T19:59:00.001+01:002021-02-08T19:59:43.786+01:00<div><div>https://www.bike-parts-honda.it/</div></div><div><br></div><div><br></div><div><br></div><div id="composer_signature"><div style="font-size:85%;color:#575757" dir="auto">Envoyé depuis mon smartphone Samsung Galaxy.</div></div>p.Renzohttp://www.blogger.com/profile/04421909073234801597noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-20133412.post-28200624739988303472011-07-11T22:34:00.004+02:002011-07-11T22:37:27.017+02:00Sorgente KusosoSorgente Kusoso<br />In ordine di tempo è l’ultima sorgente che è stata sistemata in modo che l’acqua possa essre raccolta ed utilizzata in modo “pulito”. La tecnica è la solita: covogliare l’acqua che sgorga spontaneamente dal suolo (solitamente in più rivoli) e canalizzarla verso un tubo di plastica. Il tutto bene cementato in modo che il luogo di fuoriuscita non sia sporcato da animali in vagabondaggio, da bambini che vi giochino dentro, da persone che vengono a lavarsi o a fare il bucato...<br />Il lavoro è durato tre giorni e l’aiuto della popolazione è stato indispensabile nel mese precedente per pulire ben bene il luogo e per procurare sabbia e pietre (che fanno da filtro prima dell’uscita dell’acqua). La missione da parte sua aiuta con il cemento, gli operai, il trasporto del materiale se è necessario il piccolo camioncino, gli attrezzi da lavoro, il tubo in plastica o in ferro... Senza contribuzione della popolazione la sorgente non sarà sistemata: è una condizione senza la quale il lavoro non comincia, in quanto c’è bisogno che gli abitanti del quartiere facciano opera di “appropriazione” della sorgente in modo che sia in seguito curata la manutenzione, la pulizia e la difesa da eventuali “vandali”.<br />La sorgente Kusoso, serve centinaia di persone nel giorno del mercato domenicale e nei giorni di scuola poichè si trova giusto a valle dell’area destinata a queste due attività. <br />In questi giorni riceviamo la bella notizia dell’aiuto messo a disposizione da alcuni amici di Bologna riuniti in associazione e di numerosi giovani delle scuole superiori che sponsorizzeranno la sistemazione di altre dieci sorgenti. Ringraziamo di cuore e ci mettiamo all’opera per il lavoro non facile di sensibilizzazione. <br />N.B. nella foto l’acqua che esce dal tubo è già limpida, mentre l’acqua in basso è biancastra a causa del lavoro con sabbia e cemento appena terminato.p.Renzohttp://www.blogger.com/profile/04421909073234801597noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-20133412.post-63351620117104756892011-03-06T20:47:00.006+01:002011-03-06T20:58:23.484+01:00NUOVO BLOGCiao, da un pò di tempo cerco di pubblicare nuove notizie e foto su questo Blog che ci ha accompagnato oramai da alcuni anni. Non riuscendo a risolvere il problema ho pensato bene di crearne uno nuovo, che porta un titolo simile e spero potrò aggiornare più frequentemente. Ciao e arrivederci su KARIBU BABONDE:<br /><strong>http://karibubabonde.blogspot.com</strong>p.Renzohttp://www.blogger.com/profile/04421909073234801597noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-20133412.post-72406625157079404952011-01-04T20:19:00.001+01:002011-01-04T20:21:55.056+01:00Fidanzamento... chi lo conosce?In kiswahili si chiama ‘uchumba wazi’ quello che noi chiamiamo fidanzamento: il ragazzo e la sua famiglia si parlano con la ragazza e con la sua famiglia, per un certo periodo, concordando doveri riciproci, approfondendo la mutua conoscenza prima di andare a vivere insieme. A Babonde e nei dintorni è una pratica totalmente scomparsa, l’usanza oramai diffusa è l’accasarsi del ragazzo e della ragazza insieme senza molti preamboli, la ragazza fuggendo i genitori o assumendo le dovute conseguenze di una precoce gravidanza. In un secondo memento le famiglie entreranno in campo e i parenti della giovane esigeranno una abbondante se non esagerata dote dalla famiglia del giovane. La pratica di liste esorbitanti di doti da pagare e le frequantazioni rapide e superficiali dei giovani nei giorni ‘sacri’ di mercato accellerano ed accentuano la disparizione del ‘fidanzamento’. Ecco il mio stupore quando un giovane uomo sui 28 anni circa mi mette a conoscenza del suo desiderio di fidanzare la figlia di un catechista di un villaggio ad una ventina di chilometri, poichè non ama le ragazze del mercato e la loro ‘leggerezza’. Il riso seminato nel campo non è ancora maturo, così io potrò avanzargli un pò di soldi in modo che possa presentarsi e dotare in fretta la famiglia della ragazza e così fidanzarsi. L’idea mi sembra buona ed approvo. Una settimana più tardi, la sera di uno dei famosi giorni di mercato, ecco che il catechista in questione arriva trafelato ed in lacrime alla missione: la figlia è andata al mercato con il suo primo bimbo di dieci mesi avuto da una precedente relazione e lo ha affidato ad un giovane di sua conoscenza mentre vendeva i prodotti del campo. Al momento di recuperare il figlio, bimbo e giovane sono spariti. Disperata li cerca per tutto il mercato senza trovarli. Del giovane conosce solo il nome di battesimo ma non ancora il nome di famiglia e conosce appossimativamente il villaggio dove abita. Mentre il catechista angosciato mi racconta i fatti, collego immediatamente le informazioni frammentarie a quanto avevo saputo la settimana precedente... il giovane è lo stesso che avrebbe voluto essere mchumba wazi. Solo che in brevissimo tempo la sua intenzione primaria è rapidamnte mutata: senza neppure presentarsi al padre della ragazza, ne ‘ruba’ il bebè con la speranza di forzare la ragazza a seguirlo e ad accasarsi in fretta. Sicuro di ritrovare il bimbo ci mettiamo in strada di notte, diretti al villaggio del giovane che aspetta visite ma non certamente la nostra delegazione. Ritroviamo e recuperiamo il bimbo addormentato tra le braccia di una parente. Non ci sono molte parole da dire, se non constatare con amarezza una voltà di più la sparizione e il tradimento di una bella tradizione una volta presente tra le tribù walika di Babonde, in bell’accordo con la tradizione cristiana e che avrebbe il pregio di evitare numerosi e dolorosi effetti collaterali all’altra pratica oramai prevalente dell’accasamento precoce e inopinato.p.Renzohttp://www.blogger.com/profile/04421909073234801597noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-20133412.post-43676440608221003452011-01-04T20:14:00.002+01:002011-01-04T20:18:23.199+01:00BUON NATALEIn sintonia perfetta con tutti i bimbi del mondo di tutti i colori attorno alla grotta BUON NATALE.p.Renzohttp://www.blogger.com/profile/04421909073234801597noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-20133412.post-29135891067165455392010-08-14T11:18:00.006+02:002010-08-14T11:30:36.244+02:00Gruppi nascenti<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgRGNZ0EPt8Y5OF2kavy1v-VBv3d4rJR0wkKdX9DPdZbXyQ3gOoMzkXSEYtDKuyTIRq-MWFjYjhzyTzIb1v7JIqXMlj2grNu1s5RhLkfw_DT5WujxprW1NO8Q0p1LKyLYtzx5whxw/s1600/IMG_3452+%5BRisoluzione+del+desktop%5D.jpg"><img style="float:left; margin:0 10px 10px 0;cursor:pointer; cursor:hand;width: 320px; height: 240px;" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgRGNZ0EPt8Y5OF2kavy1v-VBv3d4rJR0wkKdX9DPdZbXyQ3gOoMzkXSEYtDKuyTIRq-MWFjYjhzyTzIb1v7JIqXMlj2grNu1s5RhLkfw_DT5WujxprW1NO8Q0p1LKyLYtzx5whxw/s320/IMG_3452+%5BRisoluzione+del+desktop%5D.jpg" border="0" alt=""id="BLOGGER_PHOTO_ID_5505194209987468802" /></a><br /><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj5UbAcoFA2F7Lla2ixM3t7NnU4NEZHbQjVX11bzvphjj2apZ3BBGGVM-HMwi7O3jbHHUwqvVuc_7EmnbyB0Hkgo_NUqIduWFeaxUKfUO-dRRd4l7MPjEVApIGRCGR18GiJ3z-Q9A/s1600/IMG_2999+%5BRisoluzione+del+desktop%5D.jpg"><img style="float:left; margin:0 10px 10px 0;cursor:pointer; cursor:hand;width: 320px; height: 240px;" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj5UbAcoFA2F7Lla2ixM3t7NnU4NEZHbQjVX11bzvphjj2apZ3BBGGVM-HMwi7O3jbHHUwqvVuc_7EmnbyB0Hkgo_NUqIduWFeaxUKfUO-dRRd4l7MPjEVApIGRCGR18GiJ3z-Q9A/s320/IMG_2999+%5BRisoluzione+del+desktop%5D.jpg" border="0" alt=""id="BLOGGER_PHOTO_ID_5505193685543478578" /></a><br /><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgcfk9IeUrWcIGLeWRra7F-39nK-0E46KIgnQmAO6yE7gB3Zt0P-c1Tw-11fdUPLt4MAzybH98Hy29jHgEQLkywPD_foyPsDSFa22bTDl76RmgRFytXEwjwzDwzjY_w38gB3Sqy6w/s1600/IMG_2944+%5BRisoluzione+del+desktop%5D.jpg"><img style="float:left; margin:0 10px 10px 0;cursor:pointer; cursor:hand;width: 320px; height: 240px;" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgcfk9IeUrWcIGLeWRra7F-39nK-0E46KIgnQmAO6yE7gB3Zt0P-c1Tw-11fdUPLt4MAzybH98Hy29jHgEQLkywPD_foyPsDSFa22bTDl76RmgRFytXEwjwzDwzjY_w38gB3Sqy6w/s320/IMG_2944+%5BRisoluzione+del+desktop%5D.jpg" border="0" alt=""id="BLOGGER_PHOTO_ID_5505193149155220482" /></a><br />I giovani devono sempre stare al cuore delle differenti attivita' di una parrocchia... Quest'anno abbiamo festeggiato la nascita o meglio la rinascita del gruppo di Scuots. E' un po' "alla buona", secondo le tradizioni che vogliono gli scouts soprattutto degli abili animatori di danze, talvolta spericolate. In ogni caso abbiamo tentato di recuperare qualche libro di formazione e qualche formatore in provenienza da Isiro per dare un po' di "contenuto" e di spina dorsale... vedremo l'evoluzione. <br />Altro capitolo importante lo sport ed il torneo di calcio, terminato purtroppo nella "bagarre", nella confusione e nell'impossibilita' di accettare che per forza ci sia un perdente. I tifosi di Babonde avevano giurato che il trofeo non sarebbe uscito per un altro villaggio, avrebbero piuttosto sbarrato la strada se la squadra di Yambenda fosse risultata vincitrice. Qualche arbitro ha dovuto talvolta prendere la fuga per salvarsi, o ha dovuto rimangiarsi le decisioni sotto la pressione dell'ufficio centrale o sei tifosi. Qualche altra equipe ha abbandonato il terreno non contenta delle decisioni... E' comunque da continuare questa iniziativa, occasione di associare i giovani e di far loro comprendere che un regolamento esiste e che anche la sconfitta fa parte del gioco. Gli stessi giovani associati si sono gia' dimostrati disponibili per sistemare qualche tratto di strada o per qualche costruzione di utilita' comune.p.Renzohttp://www.blogger.com/profile/04421909073234801597noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-20133412.post-44166465375426074672010-08-14T10:57:00.007+02:002010-08-14T11:18:01.715+02:00Quando venite?<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj1a9cwUAkPImbX9gpBCj1uOH_Q1binCgsIkKlQjXZponPFp_cl2Ysvzrh4PiQUZytVKf_BB0QBs-YaRTDtjMLwdj84_aVRfZPS7qKikV6fdAL7UnHoqUwLjVZwQQEc40eFxUAH8w/s1600/IMG_4156+%5BRisoluzione+del+desktop%5D.jpg"><img style="float:left; margin:0 10px 10px 0;cursor:pointer; cursor:hand;width: 320px; height: 240px;" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj1a9cwUAkPImbX9gpBCj1uOH_Q1binCgsIkKlQjXZponPFp_cl2Ysvzrh4PiQUZytVKf_BB0QBs-YaRTDtjMLwdj84_aVRfZPS7qKikV6fdAL7UnHoqUwLjVZwQQEc40eFxUAH8w/s320/IMG_4156+%5BRisoluzione+del+desktop%5D.jpg" border="0" alt=""id="BLOGGER_PHOTO_ID_5505192126109977426" /></a><br /><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj09Nr2qSasb3F18sd2Fyte2f5_JpfW_RNArRrTRZ8m4PdGn9ssMiDpQxvfEMTcxgrLagQ_PgQDqqH2_r6FIf_-Gcs5cw22tscznDL2_s_ky-A9v2fMLQzpM4PxQZMFAKrTi5MAQQ/s1600/IMG_4154+%5BRisoluzione+del+desktop%5D.jpg"><img style="float:left; margin:0 10px 10px 0;cursor:pointer; cursor:hand;width: 320px; height: 240px;" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj09Nr2qSasb3F18sd2Fyte2f5_JpfW_RNArRrTRZ8m4PdGn9ssMiDpQxvfEMTcxgrLagQ_PgQDqqH2_r6FIf_-Gcs5cw22tscznDL2_s_ky-A9v2fMLQzpM4PxQZMFAKrTi5MAQQ/s320/IMG_4154+%5BRisoluzione+del+desktop%5D.jpg" border="0" alt=""id="BLOGGER_PHOTO_ID_5505190198514644210" /></a><br /><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEird7zKaSQdUqJMq6jcbSlABOg7IWDjKoFbRiN9fx_pwGjXR8kxVigL8v5xPqF2F4I8KcWbYJSwjn2UG8LpbT5db4Ba9bbZSCHzP8uvPlFMBmcOiymniHGad6ReeqMWcccfuJPgEg/s1600/IMG_3077+%5BRisoluzione+del+desktop%5D.jpg"><img style="float:left; margin:0 10px 10px 0;cursor:pointer; cursor:hand;width: 320px; height: 240px;" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEird7zKaSQdUqJMq6jcbSlABOg7IWDjKoFbRiN9fx_pwGjXR8kxVigL8v5xPqF2F4I8KcWbYJSwjn2UG8LpbT5db4Ba9bbZSCHzP8uvPlFMBmcOiymniHGad6ReeqMWcccfuJPgEg/s320/IMG_3077+%5BRisoluzione+del+desktop%5D.jpg" border="0" alt=""id="BLOGGER_PHOTO_ID_5505189651149581282" /></a><br />Tra le varie attivita' pastorali, qualche costruzione in mezzo. Anch'essa realizzazione della nostra scuola muratori, che ha per obiettivo la formazione di giovani capaci di aiutare concretamente lo sviluppo del luogo, senza andare in prestito di muratori stranieri, ma lasciando sul posto le conoscenze necessarie. Venendo qui in Africa pensavo che sarebbe stato facile un gemmellaggio Italia-Congo, ma davvero le cose non sono andate cosi'. Tuttavia noi ci stiamo preparando ad accogliere quanti vorranno farci visita, innanzitutto con la logistica: una casettina con due stanze e bagni (del "mai visto" da queste parti. A dire il vero abbiamo dovuto affrettare i lavori per la data del 15 luglio, in modo da poter accogliere con un po' piu' di tranquillita' i numerosi visitatori in occasione delle ordinazioni sacerdotali, andando a prestito di materassi e di coperte... e i servizi sanitari non sono ancora perfettemante installati. Per gli amanti delle costruzioni metto a conoscenza che la fossa biologica sta per essere completata e manca ancora un buon deposito d'acqua. <br />Tuttavia, anche se noi ci diamo da fare, la situazione delle strade rimane invariata se non peggiorata, e il servizio aereo di tanto in tanto conosce delle perturbazioni con frequenti sospensioni di voli. Quel caro "ponte" Italia-Congo rimane ancora al livello dei piloni di fondazione... con un po' di pazienza, di fede e di coraggio anch'esso si realizzera.p.Renzohttp://www.blogger.com/profile/04421909073234801597noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-20133412.post-5472449218955112032010-08-14T10:38:00.005+02:002010-08-14T10:56:00.693+02:00ATELIER<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEguryn2FU1UhLAm_RGd-sWUogYOTFO5Enc2-WnMkf4R3kWe_fipc1Q86WeLdtSxU7G3jDd5vOmB2eXIVb_MSnjOdlv61wNBo17OWrXpju3tD0S9wlTIntwjBZ4DxEx8o7QoRnlRfA/s1600/IMG_4238+%5BRisoluzione+del+desktop%5D.jpg"><img style="float:left; margin:0 10px 10px 0;cursor:pointer; cursor:hand;width: 320px; height: 240px;" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEguryn2FU1UhLAm_RGd-sWUogYOTFO5Enc2-WnMkf4R3kWe_fipc1Q86WeLdtSxU7G3jDd5vOmB2eXIVb_MSnjOdlv61wNBo17OWrXpju3tD0S9wlTIntwjBZ4DxEx8o7QoRnlRfA/s320/IMG_4238+%5BRisoluzione+del+desktop%5D.jpg" border="0" alt=""id="BLOGGER_PHOTO_ID_5505186491593603314" /></a><br /><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiijneU-AwgST5wn-LjUCjBJsc53cnJd84j5uCQboEMprHane8RADbTTU1FYUVTvGn1akVyCwoAh7n5Y7IQPvXH53K61s6n0hqXX1dLCw4OJgNDUvwlgdr6D6vIyycj4YXRoMyPDg/s1600/IMG_4235+%5BRisoluzione+del+desktop%5D.jpg"><img style="float:left; margin:0 10px 10px 0;cursor:pointer; cursor:hand;width: 320px; height: 240px;" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiijneU-AwgST5wn-LjUCjBJsc53cnJd84j5uCQboEMprHane8RADbTTU1FYUVTvGn1akVyCwoAh7n5Y7IQPvXH53K61s6n0hqXX1dLCw4OJgNDUvwlgdr6D6vIyycj4YXRoMyPDg/s320/IMG_4235+%5BRisoluzione+del+desktop%5D.jpg" border="0" alt=""id="BLOGGER_PHOTO_ID_5505185963926565474" /></a><br /><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjmaMcpLh4FP-CKA-dPFmbrpyrCM1du4RY09JSOxz1rq5fpdAEc3K8LOtWk4DtpUiOUK33zBpbefy4WZv7gDQbZ7J5RVdmKXaFfBxXT8SKtrb4T1kHmcQNAdLBXkN4ticzd3Gc9Cw/s1600/IMG_4166+%5BRisoluzione+del+desktop%5D.jpg"><img style="float:left; margin:0 10px 10px 0;cursor:pointer; cursor:hand;width: 320px; height: 240px;" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjmaMcpLh4FP-CKA-dPFmbrpyrCM1du4RY09JSOxz1rq5fpdAEc3K8LOtWk4DtpUiOUK33zBpbefy4WZv7gDQbZ7J5RVdmKXaFfBxXT8SKtrb4T1kHmcQNAdLBXkN4ticzd3Gc9Cw/s320/IMG_4166+%5BRisoluzione+del+desktop%5D.jpg" border="0" alt=""id="BLOGGER_PHOTO_ID_5505182877226110098" /></a><br />Nuovo Atelier<br />Finalmente, dopo aver lottato insieme ai giovani della “scuola muratori”, ai trasportatori di materiali da costruzione su strade impossibili, e all’aiuto di molti da Saonara, Padova/Crocifisso/Pieve di Curtarolo, Milano, Bologna… la “Salle p. Bernard” è pronta ad ospitare il nuovo atelier di Taglio e Cucito (grazie a tutti coloro che hanno inviato le utilissime macchine da cucite tra le quali la prima a "zig zag" di babonde). Sarà un gruppo di donne riunite in associazione che lo gestirà nel prossimo mese di settembre, mentre stiamo cercando qualche valido maestro. Pensiamo di ospitare nella stessa sala anche ad una Scuola di alfabetizzazione e alla Scuola di computer, compreso il probabile internet. L’associazione di donne si chiama PIF, non suona troppo bene in italiano, ma il suo significato è veramente bello e ambizioso: per la Promozione Integrale della Donna (Femme), speriamo molto bene nel futuro di questa associazione. La sala invece l’abbiamo dedicata a p. Bernard poiché Bernard Hams fu il primo missionario ad arrivare in questi villaggi a partire da Bafwabaka; Bernard Hemmerik fu il primo responsabile della nascente parrocchia di Babonde, poco più di una cinquantina d’anni fa. Ed abbiamo voluto aggiungere anche il pensiero ad una altro Bernardo, Longo, il missionario di Nduye che non è mai giunto qui attraversando i circa 350 chilometri, ma fa parte della stessa diocesi ed è conosciuto di fama. Che il loro pensiero sia benedizione per tutte le attività e persone che frequenteranno questa sala.p.Renzohttp://www.blogger.com/profile/04421909073234801597noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-20133412.post-50479091391118050632010-08-14T10:20:00.004+02:002010-08-14T10:38:00.921+02:00Ordinazioni<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjOshhZJRux_18vMneUv4dJoy9-MejT56iLBkb-bj9KjPS5hgKB0haAr3zSuX7zpticdd3qUY7qyWaWYTjsxFbUX4vG4gOGtTId7Gfajul2asHZUgMphda2cJYikzy8KF3Q_m8yeg/s1600/prov+540.jpg"><img style="float:left; margin:0 10px 10px 0;cursor:pointer; cursor:hand;width: 320px; height: 240px;" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjOshhZJRux_18vMneUv4dJoy9-MejT56iLBkb-bj9KjPS5hgKB0haAr3zSuX7zpticdd3qUY7qyWaWYTjsxFbUX4vG4gOGtTId7Gfajul2asHZUgMphda2cJYikzy8KF3Q_m8yeg/s320/prov+540.jpg" border="0" alt=""id="BLOGGER_PHOTO_ID_5505181665938051666" /></a><br /><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhBo98tjupmQUD_6S8QoqJbGmKep6RnHchmjJfCzqtZOYAIvjGlyeLE7d1Dz__TmqpOD_CNNi-3KmD8mPoqaUVZXImePYCNBWuirjwUhkLUwJbAaiA9I1Sli51ZCIX_sWyqQwAyFQ/s1600/prov+535+%5B800x600%5D.jpg"><img style="float:left; margin:0 10px 10px 0;cursor:pointer; cursor:hand;width: 320px; height: 240px;" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhBo98tjupmQUD_6S8QoqJbGmKep6RnHchmjJfCzqtZOYAIvjGlyeLE7d1Dz__TmqpOD_CNNi-3KmD8mPoqaUVZXImePYCNBWuirjwUhkLUwJbAaiA9I1Sli51ZCIX_sWyqQwAyFQ/s320/prov+535+%5B800x600%5D.jpg" border="0" alt=""id="BLOGGER_PHOTO_ID_5505180010716485058" /></a><br />E’ raro che in un villaggio di foresta vi sia una cerimonia così solenne come quattro ordinazioni sacerdotali: quattro preti della nostra diocesi di Wamba, Eugene, Ernest, Romain e Benjamin hanno ricevuto l’imposizione delle mani da parte del vescovo Kataka Janvier e dei numerosi altri preti venuti per l’occasione. E’ stata festa per le famiglie, per Babonde e per tutti gli abitanti della “chefferia” dei Balika-Toriko (l’organizzazione amministrativa che raggruppa i più di quattrocento villaggi della tribù dei walika). Rappresentanti di altre confessioni religiose, direttori di scuole elementari e secondarie, medici e personale curante degli ospedali dei territori vicini, capi di villaggio, di “groupement” (raggruppamenti di villaggio) e di “chefferies”, qualche onorabile deputato, catechisti e fedeli… tanta gente come “mai si era vista a Babonde”, secondo la testimonianza di qualcuno. L’evento certamente è stato straordinario, il lavoro di preparazione anche, la “grazia” che non si vede con gli occhi, speriamo pure sia stata abbondante. Quattro giovani nati da famiglie dei Balika-Toriko, cresciuti nei villaggi circostanti, che hanno studiato nelle scuole elementari del luogo e che ora, dopo altri anni di filosofia e teologia sono preti per il servizio nella Chiesa. Preti per annunciare “buone notizie”, per ricordare e “dimostrare” l’esempio di un “maestro” che non si e' accontentato di insegnare. La tradizione di qui vuole vedere nel prete anche un "capo", una autorita' equiparabile alle grandi personalita' del luogo, ecco che tra i doni fatti dopo la cerimonia di ordinazione non puo' mancare il cappello tipico, abbellito con piume rosse di pappagallo e una specie di scopino da tenere in mano. Il nostro augurio: che questi nuovi preti siano autorevoli come lo fu Gesu' per il bene degli uomini.p.Renzohttp://www.blogger.com/profile/04421909073234801597noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-20133412.post-77146262298330646352010-08-13T14:18:00.002+02:002010-09-08T12:03:58.320+02:00NUOVO INDIRIZZO MAILDiciamo che i problemi di connessione sono diventati notevoli, ecco il nuovo indirizzo mail, da preferire se il vecchio (renzo.busana@dehoniani.it)indica casella piena:<br />babonde63@gmail.comp.Renzohttp://www.blogger.com/profile/04421909073234801597noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-20133412.post-35674461911141618382010-08-13T10:17:00.005+02:002010-08-14T10:45:45.477+02:00omaggio alla BOUE<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiSrM8-MI6Cyrk7Rz-P31_n4IwDKGV4buKvAPqgyyxw3kyvoXDewt-RTMjZyXj7AoMhWrzN6kK0bzwvKenbA9JXAE8ylJJv6o4BoEdeu1-8Mu1PXDl6gO83fRJi5v_dQiE7tlTfeg/s1600/IMG_1930+%5BRisoluzione+del+desktop%5D.jpg"><img style="float:left; margin:0 10px 10px 0;cursor:pointer; cursor:hand;width: 320px; height: 240px;" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiSrM8-MI6Cyrk7Rz-P31_n4IwDKGV4buKvAPqgyyxw3kyvoXDewt-RTMjZyXj7AoMhWrzN6kK0bzwvKenbA9JXAE8ylJJv6o4BoEdeu1-8Mu1PXDl6gO83fRJi5v_dQiE7tlTfeg/s320/IMG_1930+%5BRisoluzione+del+desktop%5D.jpg" border="0" alt=""id="BLOGGER_PHOTO_ID_5504807413556460818" /></a><br />Omaggio alla “boue” <br />La foto è stata presa durante il viaggio fatto all’inizio dell’anno, direzione la missione di Mambasa, nella stessa nostra diocesi di Wamba ma a più di 350 chilometri di distanza. Una sessantina di questi chilometri, affrontati in moto, erano veramente difficili a causa della “boue”, parola francese che approssimativamente si pronuncia ‘bu’ e che significa ‘fango’. Per gli amanti delle lingue, tradotta in kiswahili suona invece così: ‘potopoto’. Non essendo né chimico, né fisico, né geologo non saprei dire il perché di questo colore rosso, certo che è simpatico, ed oggi vorrei scrivere qualcosa su questa “boue” senza sputarci sopra, anche se più volte ci siamo involontariamente e malvolentieri immersi in essa: me la immagino paradigma della condizione umana e delle sue speranze. <br />Mi ispira poiché vedendola penso ai buoni mattoni cotti che ci si potrebbero fare, mentre a Babonde la presenza di troppa sabbia impedisce una buona consistenza; una “boue” simile, inzuppata d’acqua, è ricercata anche dalle donne quando devono intonacare la loro casa fatta di una struttura di pali di legno intrecciati; un’altra “boue” diversa nel colore, raccolta vicino ai torrenti, è invece utilizzata per fabbricare pentole e recipienti, i più diversi ed utili…<br />Certo noi che eravamo in strada e ci eravamo già immersi fino alla vita un paio di volte in qualcuno di quei grandi buchi che scavano i camion carichi di merce incapaci di avanzare su di un terreno soffice impregnato d’acqua, in quel momento preciso la “boue” ci veniva fuori dagli occhi e non eravamo capaci di apprezzarla, rimpiangevamo un po’ di liscio asfalto (o almeno io lo rimpiangevo, visto che Valentino con il quale ho fatto il viaggio non credo abbia ancora avuto l’occasione di vederlo, se non qualche centinaio di metri ad Isiro), rimpiangevamo persino quei due chilometri fatti sul letto di un torrente parallelo al nostro percorso: deviazione provvidenziale per evitare dell’altra “boue” sulla strada, impossibile da superare.<br />Eh sì, a seconda delle situazioni di vita la medesima “boue” la si può cercare o fuggire, è preziosa o inutile, se non addirittura dannosa e nociva. Allo stesso modo l’uomo e la condizione umana, molto dipende da come la si guarda, lo stesso uomo, oggi amico ed “utile” domani lo si disprezza ed evita. La troppa “boue” che ti si incolla addosso e ti fa scivolare, che sporca e rallenta il cammino, che fa rimpiangere l’essersi messi in strada, è lei che accomuna tutti nella stessa fatica e nello stesso colore, che abbassa gli spiriti bollenti od orgogliosi e spinge a chiedere aiuto. Toccare l’umanità, ogni umanità, non è facile né semplice eppure siamo fatti della stessa, medesima umanità. Colui che è talvolta evitato divento ad un certo momento il percorso obbligatorio per raggiungere la meta. Dice la Bibbia che dal fango siamo stati tratti, per una avventura umana e divina, ma non dimentica di ricordare che nello stesso fango ritorneremo. Parentesi felice di colui che rimane pulito per un po’ di tempo soltanto, o piuttosto il fatto che noi uomini, pur rimanendo fango siamo afferrati alla mano e senza merito siamo tirati altrove? Probabilmente con san Francesco potremmo aggiungere “Laudato sii mì Signore per nostra sora “boue”, così sporca ma che tu fai bella.p.Renzohttp://www.blogger.com/profile/04421909073234801597noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-20133412.post-84469813518581761412010-03-04T14:57:00.003+01:002010-03-04T15:29:58.611+01:00Mzee Gianni<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiagpUHbg5OHKEuU3JgRfv7iGx4WP3pz5ip5D3AW66egnOW2dehcXupsi04D5YHMu8lLTGHlriNcqHISQAA7oAUTS7S0ZfXLODPQ_SvqQ45yzUhktxw0DiS_SdfVKUclXVPDQrALQ/s1600-h/gianniIMG_2571.jpg"><img style="float:left; margin:0 10px 10px 0;cursor:pointer; cursor:hand;width: 320px; height: 312px;" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiagpUHbg5OHKEuU3JgRfv7iGx4WP3pz5ip5D3AW66egnOW2dehcXupsi04D5YHMu8lLTGHlriNcqHISQAA7oAUTS7S0ZfXLODPQ_SvqQ45yzUhktxw0DiS_SdfVKUclXVPDQrALQ/s320/gianniIMG_2571.jpg" border="0" alt=""id="BLOGGER_PHOTO_ID_5444785145934074082" /></a><br />Sono tre gli anni passati insieme a Gianni, ma sono dieci quelli che lui ha vissuto a Babonde e vent’otto quelli che ha trascorso nella missione del Congo, passando per Kisangani e Mambasa. E’ giunto il momento di salutarci, o meglio, lui ha pensato che venuto è il tempo di salutare la missione del Congo per continuare quella in Italia.<br />Raggiunti i limiti di età? La preoccupazione di lasciare lo spazio ai più giovani? Il desiderio di un periodo finale della vita più calmo, ma se possibile ancora più intenso nella preghiera? La consapevolezza che ogni cosa ha termine ed è controproducente cercare di prolungarla all’infinito? Il rispetto per la sua scelta si mescola alle lacrime, le mie e della gente di Babonde perché è duro perdere un padre, ed è fortuna averne più di uno nella vita, oltre al proprio biologico. Si schernisce padre Gianni dicendo che non lascerà grandi buchi poiché non ricorda di avere fatto grandi cose. Saggiamente dimentica le molte “cose” fatte e riconosce il “solo” avere cercato di amare, noi, tutti. Rimane qualche altra cosa oltre all’amore? Oggi molti rimpiangono un “padre”, certo non perduto ma fisicamente un po’ più lontano.<br />Sono cento le specie di amori che Gianni ha avuto per le “cento” e più persone che hanno bussato alla sua porta, a partire dai piccoli, quelli che tutti scansano perché infastidiscono: i <em>minus habens</em>, gli epilettici, i folli e i poveri. Difficile è il dialogo con colui che parla senza logica apparente e che “mangia” tutto il tuo tempo; difficile curare con la tua premura di alcuni momenti “di tanto in tanto” colui che ha bisogno di un’assistenza permanente; difficile intessere una relazione con colui che si accontenta di chiedere e solo a stento si scopre che cosa può dare. E poi l’amore per gli studenti e la loro formazione perché sia intellettuale e morale insieme, chiave di svolta per cambiare in meglio un paese in rovina, e che abbiano anche degli insegnanti qualificati poiché non si può dare ciò che non si ha, e un minimo di strutture decenti poiché non si può scrivere seduti per terra, quaderno sulle ginocchia. E quindi i malati indigenti, ai quali le cure sono sistematicamente negate perché non abbienti e puntualmente in ritardo rispetto all’urgenza delle cure necessarie; di fronte ad essi la compassione e l’aiuto non sono venuti meno quando invece all’interno della sanità pubblica il giuramento di Ippocrate sembra non conosciuto o forzosamente dimenticato, perché anche il medico ha famiglia e figli a scuola e senza salario deve “rifarsi” sui suoi malati. Cento specie di amori, per uno sviluppo duraturo che forzi una volta per tutte l’inconcludente “aiuto tampone” creando risorse, mobilitando energie; amori per una giustizia fondata sul diritto vincendo le logiche correnti del sopruso, dell’arbitrio e dell’impunità che fa leva sull’ignoranza dei diritti e sull’isolamento dei semplici; amori per il rispetto delle donne, protagoniste nascoste della vita che nasce e che cresce, alle quali non sono riconosciuti che doveri e lavori. Cento specie di amori nella pastorale esigente di quaranta villaggi senza campanili, ma certi della loro identità di comunità cristiane, desiderosi di Cristo e del suo perdono nella confessione, del battesimo e della preparazione necessaria; villaggi con poche persone o numerosi da essere degni di diventare da subito parrocchia, ma tutti puntigliosamente bisognosi di presenza e consigli, di attenzioni e di cura. Dice così un saggio: <br />"Chi ha cento specie di amori ha cento specie di dolori.<br />Chi ha novanta specie d'amori ha novanta specie di dolori...<br />Chi ha un amore ha un dolore.<br />Chi non ha amore non ha dolore". <br />L’abbiamo visto l’amore di Gianni, io e la gente di Babonde, l’abbiamo intuito il suo dolore, profondo e forte. Sappiamo da dove viene la commozione della sua voce al momento del saluto. Chi potrà ricompensare? Colui che dona gratuitamente gusta l’agro e il dolce insieme, senza potersi esimere. Ci ha promesso preghiere, la prima del mattino, del mattino di ogni giorno e crediamo che come rugiada sarà efficace. Non si pagano cento amori, tu Gianni accetta un “grazie”.p.Renzohttp://www.blogger.com/profile/04421909073234801597noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-20133412.post-12636563246950896692010-03-03T14:03:00.004+01:002010-08-13T19:56:05.198+02:00Spettacoli<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgiE8-8SHmuwg1fZ-tBK7F4xjdCKjqweJQyhSokVxXSWfu-QFJrofavtrqG78s8EYdadN-Bkohj9bRdIMkJzPRrNhWSKkIGWyeaS9pezawwXm5eJmk4o8u6PKpDpIrRYycZxfrQZQ/s1600-h/1HPIM3763.JPG"><img style="float:left; margin:0 10px 10px 0;cursor:pointer; cursor:hand;width: 320px; height: 240px;" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgiE8-8SHmuwg1fZ-tBK7F4xjdCKjqweJQyhSokVxXSWfu-QFJrofavtrqG78s8EYdadN-Bkohj9bRdIMkJzPRrNhWSKkIGWyeaS9pezawwXm5eJmk4o8u6PKpDpIrRYycZxfrQZQ/s320/1HPIM3763.JPG" border="0" alt=""id="BLOGGER_PHOTO_ID_5444394384546228626" /></a><br />Una Land Rover è uno spettacolo talvolta. Nel senso che di vetture non ne circolano molte sulle strade/sentieri del nostro territorio. Assieme alle vetture anche le motociclette sono un richiamo per i bimbi che lasciano volentieri i loro giochi - senza giocattoli - per salutare con molto entusiasmo e grida acute i viaggiatori. Se ci si impegna nel rispondere ai saluti può succedere di rientrare affaticati e con la voce debole. Le grida dei primi attirano l’attenzione dei bimbi che stanno più avanti, così che talvolta corrono veloci lungo i bordi della strada, preparandosi per tempo, in modo da offrire il loro “benvenuto”. La velocità, sempre ridotta, permette saluti e piccoli dialoghi, talvolta a scapito dell’attenzione necessaria su un percorso sempre accidentato. Wonodokuu! Wa ka gayani? Asekwabo? (nella lingua kilika, la sola che i bimbi conoscono, e che io padroneggio giusto per rispondere a questi piccoli dialoghi). Purtroppo domenica 14 febbraio la Land Rover è diventata spettacolo per un altro motivo: è andata all’aria, mostrando le sue gambe (ruote). Imperizia del nostro nuovo giovane autista, distrazione, eccesso di velocità, cattive condizioni della strada? Certo possiamo cercare cause e ragioni, sta di fatto che l’incidente poteva trasformarsi in tragedia per qualcuna della dodici persone che erano all’interno e che oramai in prossimità d’Ibambi, si preparavano a partecipare alla festa di quella indimenticabile domenica. In francese si dice “tonneau” una piroetta fatta su se stessi. La nostra vettura dopo essersi posata sul fianco si è fermata sul suo tetto, mandando tutti con la testa in basso e il pensiero a Dio. Il cristallo rovina in pezzi sui primi due, la carrozzeria di schiaccia dalla parte del passeggero davanti. Altri vetri in pezzi, scossoni ed urti. Poco a poco, uno dopo l’altro tutti i passeggeri escono con le proprie forze. Non un morto, non un ferito, non un osso rotto, non un trauma alla testa. Un giovane ragazza presa dall’angoscia una volta fuori dal veicolo inizia a gridare pensando d’essere l’unica sopravissuta e sviene. Qualche goccia di disinfettante per i due che hanno ricevuto graffi alla spalla, sulla guancia e molto spavento. “Mungu asifiwe”, “Dio sia lodato” ancora una volta, una protezione dall’alto non è venuta meno. Non abbiamo vittime da piangere, nessuno tra i passanti sulla strada è stato urtato, nessuna casa abbattuta. Un gruppo di giovani pieni di forza raddrizza la vettura e la spinge alla missione. A dopo le riparazioni. Nelle preghiere del mattino che facciamo ogni giorno prima di iniziare la messa c’è anche “Malaika mlinzi yangu” all’angelo custode. Certo con il cuore in gola, la festa di quella domenica occasionata dalla prima messa di due nostri giovani confratelli da poco ordinati preti ha potuto svolgersi nella calma e nel ringraziamento.<br />N.B. La data sulla foto non corrisponde in quanto la macchina fotografica era impostata su quella data errata.p.Renzohttp://www.blogger.com/profile/04421909073234801597noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-20133412.post-59882631450547709722010-03-03T09:15:00.001+01:002010-03-03T09:19:29.240+01:00Sorcellerie<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEimtqqBNTKdEHf2fNV6oMMMr7XhUpC8UEdpqkx4vn7CizkSuoGbzJLXWXdA0MKBP5sv9xZsbpJkB_3sf2NJbLIX_li4uFTuhxZCwtklGa9syxwxfGS2xMmtlGzMLmHumgC_zAH8uQ/s1600-h/madam.JPG"><img style="float:left; margin:0 10px 10px 0;cursor:pointer; cursor:hand;width: 320px; height: 240px;" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEimtqqBNTKdEHf2fNV6oMMMr7XhUpC8UEdpqkx4vn7CizkSuoGbzJLXWXdA0MKBP5sv9xZsbpJkB_3sf2NJbLIX_li4uFTuhxZCwtklGa9syxwxfGS2xMmtlGzMLmHumgC_zAH8uQ/s320/madam.JPG" border="0" alt=""id="BLOGGER_PHOTO_ID_5444319170211859378" /></a><br />“Sorcellerie” in lingua francese, che in italiano si traduce con “stregoneria”, ossia l’astuzia e l’ignoranza al servizio dell’interesse privato, secondo le più accreditate analisi. Siamo nel mese di gennaio a Gbunzunzu. Dopo la messa mi raggiunge una signora sulla cinquantina ed espone il suo caso. Nel villaggio dove abitava, a qualche chilometro di distanza, da diverso tempo accadevano fatti difficili a spiegarsi, numerosi malati, numerose morti di persone giovani, troppi animali da cortile uccisi e divorati da un leopardo che nessuno riusciva a cacciare. Il marito, capo del villaggio, ed i saggi consiglieri, non sapendo più che fare, con il permesso della “chefferie”, l’autorità civile del posto, prendono la decisione di fare appello al famoso stregone di Lomami, che più volte ha risolto casi simili. Giunto sul posto, dopo alcuni giorni di colloqui e di pratiche rituali dona finalmente il suo verdetto. La responsabilità di tutto il cumulo di sciagure è da attribuire a due donne, tra le quali la nostra signora, sposata al capo villaggio da più di vent’anni e madre di numerosi figli e figlie. Non c’è possibilità d’appello, la donna dovrà andarsene e trovare riparo presso la famiglia di uno dei figli, a Gbunzunzu appunto. Se il marito la vorrà tenere dovrà anche lui andarsene. Strano che in tutti questi anni non si sia accorto di avere tra le mani una persona così “pericolosa”. Numerosi dei testimoni al “processo” sono cristiani che fin dal loro battesimo hanno abbandonato queste pratiche come azioni di gente pagana, ancora priva della luce e della libertà del Cristo, ma il peso delle tradizioni e delle credenze non smette di farla da padrone. E’ una chiara falla nell’evangelizzazione, o il necessario constato che la fede anche se accolta con gioia ed entusiasmo solo poco a poco arriva a toccare i numerosi aspetti della vita concreta, progressivamente ci si accorge che qualcos’altro è da fare. La constatazione è vera per ciascun individuo di ciascuna cultura e latitudine. La costituzione della Repubblica sancisce che l’accusa di stregoneria è fuori legge e punita, ma di leggi sulla carta e di diritti sanciti e non attivi ne è pieno il mondo. Il consiglio dei catechisti si è impegnato a tutelare i diritti della donna, la quale è rinviata a mani nude, senza portare nulla con sé. La commissione Giustizia e pace farà rapporto alle autorità, senza troppo sperare. Non so come andrà a finire, certo continuerà il Vangelo a donare luce e ad esortare al cambiamento. Giustizia e verità si abbracceranno.p.Renzohttp://www.blogger.com/profile/04421909073234801597noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-20133412.post-14819327329825383122010-01-04T14:29:00.002+01:002010-01-04T14:35:12.122+01:00GRAZIE<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgpuuS7xNfKHzI9tyz9hcbgBD1SoqrbrYAAM2kkH7hU6xMG57kWtkJCKvegMeBtqYpgDpZAWiIBt_YbxVMTCQuc3WVeAXL1Sfn9BqhwO3ujV7rK3tKkh5ajneiu8U9E74SZaa06Pw/s1600-h/IMG_2218.jpg"><img style="float:left; margin:0 10px 10px 0;cursor:pointer; cursor:hand;width: 320px; height: 240px;" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgpuuS7xNfKHzI9tyz9hcbgBD1SoqrbrYAAM2kkH7hU6xMG57kWtkJCKvegMeBtqYpgDpZAWiIBt_YbxVMTCQuc3WVeAXL1Sfn9BqhwO3ujV7rK3tKkh5ajneiu8U9E74SZaa06Pw/s320/IMG_2218.jpg" border="0" alt=""id="BLOGGER_PHOTO_ID_5422877682101464178" /></a><br />Un grande grazie a tutti coloro che hanno collaborato, nelle più diverse forme, all'allestimento del container e di tutto il materiale che è stato messo all'interno.<br />Ci aiuterà, ed aiuterà molti. Mi dispiace non averlo già a Babonde, per ora sono riuscito semplicemente a "vederlo" a Mangina dove è ben depositato e custodito.<br />In ogni caso di nuovo un grande Grazie, p. Renzop.Renzohttp://www.blogger.com/profile/04421909073234801597noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-20133412.post-53378813773336719072010-01-04T13:56:00.002+01:002010-01-04T14:28:42.689+01:00Natale e dintorni<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEirNuPbZ-m5lMXlH_BNImS6Z3ZCFlvuLEQTYgKmhfvN0NQYd4wSRaCS3Yl7Rh3_LliBmlG_2hi0MVrnmYjC5UWOsW6EWxs7PZZ1OGkDzaAdJ0yCwVbRUiRWRMDOoI4mRRSV75Jsig/s1600-h/IMG_1929.jpg"><img style="float:left; margin:0 10px 10px 0;cursor:pointer; cursor:hand;width: 320px; height: 240px;" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEirNuPbZ-m5lMXlH_BNImS6Z3ZCFlvuLEQTYgKmhfvN0NQYd4wSRaCS3Yl7Rh3_LliBmlG_2hi0MVrnmYjC5UWOsW6EWxs7PZZ1OGkDzaAdJ0yCwVbRUiRWRMDOoI4mRRSV75Jsig/s320/IMG_1929.jpg" border="0" alt=""id="BLOGGER_PHOTO_ID_5422875765818289730" /></a><br />Ciao, e BUON NATALE.<br />In Africa è normale diventare un pò "selvatici" e passare sopra appuntamenti e riti "normali" in altri contesti. Eccomi a Mambasa, diretto a Mangina dopo aver fatto la terribile strada di Niania. Scusate la citazione dei nomi che probabilmente non dicono molto, ma per noi hanno significato chilometri di fango e fatica.<br />Lo scopo del viaggio è quello di verificare il materiale arrivato dall'Italia con il container ed organizzarne il trasporto fino alla nostra isolata Babonde. La speranza era quella di trovare una strada accidentata ma praticabile in tempo di stagione secca, invece non è ancora il caso... attenderemo ancora, la pazienza è una dote che si fabbrica qui sul posto e chi la consuma tutta è bene faccia le valige per rientrare. A Mangina ho incontrato Mario, un italiano di Lecco che ha oramai 74 anni, malato ma ancora al lavoro. Laico consacrato allo sviluppo nella costruzione di scuole, ponti, centraline per la produzione di corrente elettrica, alimentazione... Una vita spesa per l'Africa e per gli africani. Ne parlo perchè alla sua età non cerca bilanci, ma dice: "pero di poter restare qui il più a lungo possibile"... E' una vita alla giornata, facendo "bene" del bene, senza pensare se avrà la forza ed il tempo per portare a compimento quanto sta portando avanti di nuovo, confidando ed affidandosi. "Goccia nel mare" piccolo fiore nel prato. E' contento e sereno nonostante i movimenti difficili ed una "robusta" sordità senile.<br />Pregherà per me ed io per lui. <br />E' stato per me l'immagine concreta di questo Natale. L'immagine della piccolezza e della fragilità del bimbo, insieme alla forza e alla robustezza della Speranza. Non alla ricerca di bilanci ma con gli occhi rivolti al domani per gustare la sua Pace nel cuore e per costruire una pace all'intorno fatta di preghiere ed opere buone (quello che oggi amiamo di più chiamare "progetti).<br />Ringrazio Mario. A tutti Buon Natale e Buon Anno nuovop.Renzohttp://www.blogger.com/profile/04421909073234801597noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-20133412.post-87038625936861436332009-11-19T11:06:00.002+01:002009-11-19T17:23:16.435+01:00Rio Tinto<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhsJltSv_DnDJXCUrmIWMrdHW0m4IWKyGmx8c6wBgHAFi6GhxQQHtToEVxKjoA3ypW-PZcrXwVWbndcg5IIjDoXKddrBAsyoe-zD02h78G_dnzjUfRuD-bjhWqpJG_vjp93gaQ17Q/s1600/IMG_0647.JPG"><img style="float:left; margin:0 10px 10px 0;cursor:pointer; cursor:hand;width: 320px; height: 240px;" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhsJltSv_DnDJXCUrmIWMrdHW0m4IWKyGmx8c6wBgHAFi6GhxQQHtToEVxKjoA3ypW-PZcrXwVWbndcg5IIjDoXKddrBAsyoe-zD02h78G_dnzjUfRuD-bjhWqpJG_vjp93gaQ17Q/s320/IMG_0647.JPG" border="0" alt=""id="BLOGGER_PHOTO_ID_5405850906797153010" /></a><br />Il nome non è certo di origine africana, e neppure si tratta del nome di un fiume o di un torrente. Vi domanderete allora che relazione ha con Babonde? E’ il nome di una delle più grandi società minerarie del mondo (la terza) e si occupa di ricerca, estrazione e lavorazione di minerali, e da qualche mese ha fatto la sua apparizione nella foresta dell’Haut Uele e quindi anche nella foresta di Babonde. Società anglo australiana alla ricerca di nuovi siti di sfruttamento per i decenni a venire. Per il momento si tratta semplicemente di esplorazione, in vista di conoscere se domani “il gioco varrà la candela”, ossia se le ricchezze del sottosuolo sono tali da giustificare gli investimenti necessari, che comunque anche al momento sono notevoli: missioni di geologi inglesi per lunghi periodi a prelevare campioni un po’ dovunque su una superficie di territorio vastissima. Rilievi geografici ed idrici coadiuvati da una mappatura fotografica presa da un aereo che per più di un mese ha sorvolato tutta la zona suscitando prima scompiglio e paura, poi meraviglia ed interesse da parte della popolazione locale. Una possibile azienda che si possa installare nel territorio fa nascere speranze molteplici: la sistemazione delle infrastrutture stradali, la creazione di impiego, la corrente elettrica, un ospedale attrezzato… ma anche i dubbi sulle ricadute negative di una trasformazione radicale del territorio, corruzione, spoliazione delle risorse. <br />Rio Tinto per il momento sta solo esplorando e la ricerca non sarà breve, certo è che il destino di queste zone di foresta non dimora nelle mani della popolazione che da secoli la abita, ma da molti giochi ed interessi che saranno conosciuti solo a posteriori. Rio Tinto sembra un’impresa seria e noi lo speriamo, ma giusto per completare l’informazione riguardo a quante cose girano attorno al mondo dei minerali incollo sotto un articolo scritto di recente riguardo alla vicina regione dell’Ituri sempre nella repubblica democratica del Congo, confinante con la nostra. Ciao e buona lettura.p.Renzohttp://www.blogger.com/profile/04421909073234801597noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-20133412.post-6248237354327142802009-11-19T09:16:00.004+01:002009-11-19T17:36:54.736+01:00Minerali<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiGc3yFH1Fu7bZ3R0mHRLN286ZGmzp9uAQ56IL1XsM1kt-slTA_tLQ2Iri8W7YvJ9RrkwNADZHmOLbZLUh39f7ir8U2R8CQA8HMmVFWEdlOGD8EJB8u0kw6Xq2_IGBIP3Q5iPvVgA/s1600/IMG_0646.JPG"><img style="float:left; margin:0 10px 10px 0;cursor:pointer; cursor:hand;width: 320px; height: 240px;" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiGc3yFH1Fu7bZ3R0mHRLN286ZGmzp9uAQ56IL1XsM1kt-slTA_tLQ2Iri8W7YvJ9RrkwNADZHmOLbZLUh39f7ir8U2R8CQA8HMmVFWEdlOGD8EJB8u0kw6Xq2_IGBIP3Q5iPvVgA/s320/IMG_0646.JPG" border="0" alt=""id="BLOGGER_PHOTO_ID_5405854516510448546" /></a><br />Multinazionali e aziende minerarie alimentano le violenze che da anni attraversano le regioni orientali della Repubblica democratica del Congo, causando la morte di civili innocenti: è l’accusa, corredata di informazioni e dati dettagliati, contenuta nel rapporto diffuso dall’organizzazione non governativa (ong) inglese Global Witness, secondo la quale tra le aziende in questione figurano imprese europee e asiatiche tra le più importanti del settore. Nel rapporto, dal titolo “Di fronte a un fucile, cosa si può fare?”, Global Witness spiega come le aziende in questione si facciano rifornire da mediatori locali che a loro volta finanziano gruppi armati che controllano ampie porzioni di territorio nell’est del paese. Sulla base di indagini condotte sul terreno e presso i vertici delle società minerarie, l’ong ha potuto appurare che “nonostante siano avversari sul campo di battaglia, gruppi ribelli come le Forze democratiche di liberazione del Rwanda (Fdlr) e l’esercito nazionale congolese cooperano regolarmente spartendosi i territori e i bottini grazie alle loro attività di commercio illegale”. Secondo gli autori dell’inchiesta, “nonostante i recenti sviluppi politici, in particolare il riavvicinamento tra i governi di Kinshasa e Kigali, la violenza perpetuata nei confronti dei civili non accenna diminuire nel Kivu, dove tutti belligeranti ricorrono sistematicamente e pratiche di lavoro forzato e riduzione in schiavitù ai danni degli abitanti delle zone minerarie”. Global Witness aggiunge che “il fatto che i governanti locali non esigano che le aziende operanti sul posto presentino regolarmente i conti delle loro atttività, che il Rwanda e il Burundi non controllino i trasporti alle loro frontiere e che i diplomatici non si occupino direttamente di accordi e operazioni minerarie, sono tutti elementi che favoriscono il perpetuarsi di un conflitto che negli ultimi 12 anni ha già causato la morte di migliaia, se non milioni di persone”.<br />Per le aziende in questione, tra le quali figurano sussidiarie locali della britannica Amalgamated Metal Corporation (Amc) e la tailandese Thaisarco, veri ‘giganti’ del commercio di oro, stagno, coltan e cassiterite, Global Witness chiede l’applicazione delle norme Onu e delle sanzioni invocate in diverse risoluzioni del Consiglio di sicurezza per chiunque sostenga, attraverso il commercio illegale di risorse minerarie, i gruppi armati congolesi.p.Renzohttp://www.blogger.com/profile/04421909073234801597noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-20133412.post-67855029123888428752009-11-18T18:14:00.004+01:002009-11-19T17:43:02.028+01:00Settembre, Rientro<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgI1plwYV-FURwQCvFBOETWb3nzrshZdSmVk_Fs7lYa5Yb1xLt-EuDBWbNQ8DovjQZXneommnJK_ezS7-rJRHM5Q27aFx8t9i137dHxTT8HjyjP5D9dKebeVBjwUv4ZxyBfBfE4vw/s1600/IMG_1691.JPG"><img style="float:left; margin:0 10px 10px 0;cursor:pointer; cursor:hand;width: 320px; height: 240px;" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgI1plwYV-FURwQCvFBOETWb3nzrshZdSmVk_Fs7lYa5Yb1xLt-EuDBWbNQ8DovjQZXneommnJK_ezS7-rJRHM5Q27aFx8t9i137dHxTT8HjyjP5D9dKebeVBjwUv4ZxyBfBfE4vw/s320/IMG_1691.JPG" border="0" alt=""id="BLOGGER_PHOTO_ID_5405856029118753026" /></a><br />Viaggiamo verso Isiro, è senza dubbio particolare perchè saremo insieme a due ospiti Italiani, Sonia Mansutti e Riccardo. Ebbene sì, dopo anni ed anni anche Babonde ha visto i suoi stranieri. A dire la verità sono solo di passaggio da noi, in provenienza da Wamba e con destinazione Isiro, li abbiamo accolti molto volentieri per un paio di giorni, riattizzando l'idea di un qualche gemellaggio tra Italia e Congo, per simpatizzanti della missione (sia pure di breve ma intenso periodo). Sonia è presidente di un'associazione di Padova e Riccardo è un elettricista, sono in Congo per promuovere qualche progetto ed in particolare la conclusione dei lavori per la costruzione di una clinica olftamologica (cura degli occhi, nello specifico). Cercheremo di rimanere in contatto così che il progetto "Occhiali per l'Africa" della Scuola Missionaria possa eventualmente dare e ricevere contributo. Parlare un pò di veneto fa del bene, così anche la rassomiglianza culturale, fa riposare la testa per qualche giorno. Qualcuno se la sente di programmare un periodo da queste parti?<br />E' ripreso l'anno scolastico e poco a poco le scuole riaprono i battenti, con una certa puntualità nel centro, ma con due, tre o quattro settimane di ritardo nei villaggio periferici. D'altra parte alcune classi sono da ricostruire, i banchi fatti di mezzi tronchi sono da fabbricare, il terreno da gioco è oramai invaso dalle erbe, per cui molti giorni saranno dedicati alla "Educazione al Lavoro", una materia che 'tira' e che la farà da padrone in queste prime settimane. Per molti genitori è nel giorno stesso del rientro scolare che scocca l'ora della ricerca del necessario (soldi per l'iscrizione, acquisto dell'uniforme e dei quaderni, il "premio" per gli insegnati non pagati dallo stato) e quindi il ritardo si fa inevitabile. Scherzando c'è da chiedersi se la mancanza di un deposito bancario per far fronte a questa e a mille altre emergenze è causata dalla quasi inesistente cultura al risparmio, dal vivere giorno per giorno, dalla penuria cronica di soldi, dalla mancanza di Banche (strutture organizzate per gestire il risparmio)... Probabilmente tutto questo insieme a molto altro che ancora mi sfugge, fa si che l'improvvisazione sia un ingrediente quotidiano con cui "condire il problema del giorno". <br />Alessia (nome di fantasia) è stata promossa lo scorso giugno, anche se i suoi responsabili avevano deciso di farla bocciare in modo da "montare il caso". Avviene infatti ogni anno che per passare l'esame una insegnate chieda a tutti gli studenti della sua classe, indiscriminatamente, una quota di denaro, con la penale della bocciatura per chi non paga. Alessia non aveva questo denaro e in lacrime si era perciò rivolta ai suoi responsabili, che stanchi ed indignati del continuare a sentire episodi di corruzione in ambienti che dovrebbero essere votati all'educazione , avevano invece deciso di non pagare, progettando di smascherare pubblicamente l'insegnante, visto anche che il direttore della scuola, pur a conoscenza dei fatti non aveva intenzione di intervenire. A sorpresa invece, Alessia, supera brillantemente gli esami. I compagni di classe avevano solidarizzato con la malcapitata, raccogliendo ciascuno una piccola contribuzione in modo da pagare anche la sua quota, facendo malauguratamente saltare il progetto, ma salvando anche la vittima predestinata. <br />Durante l'anno sono diverse e fantasiose le 'contribuzioni' che aiutano l'allievo a ben preparare il salto alla classe superiore, soprattutto nella città: della benzina per la moto, del carbone per cucinare, delle 'ndele' per riparare il tetto della casa privata, delle 'unité' per il telefonino... Qualche volta nelle università i doni in natura si fanno più esigenti ed incredibili. <br />Una scuola non gratuita, spesso invasa dalla corruzione lascia ben poco sperare in future generazioni che siano in grado di raddrizzare il paese, eppure è sempre al livello dell'educazione che non si deve mai mollare la presa e la speranza. Aiutare la preparazione dei nuovi professori, sostenere gli allievi è un compito che sentiamo nostro. Tra le altre cose la missione diventa sala studio, biblioteca, libreria scolastica ed anche cartolibreria poiché in molti villaggi la possibilità di acquistare una penna, un grosso quaderno, un righello si riduce ad una volta ogni quindici giorni il giorno di mercato.<br />Siamo nella stagione delle piogge e i grossi camion hanno oramai sfiancato e consumato l'unica strada percorribile rimasta per Isiro, riempendola di scavi di enorme buche e di fango. I prezzi non possono che aumentare nella situazione di 'enclave' in cui ci troviamo a vivere. Ma il sole non manca, la foresta continua a crescere, accanto ad ogni grosso buco in mezzo alla strada c'è sempre lo spazio per creare un nuovo passaggio, la pazienza permette di prendere il giusto tempo necessario per smontare la rabbia e creare soluzioni a situazioni di 'empasse'. Niente è perduto, se poi si considera che quanto si perde è pur sempre di questa terra. Ed è comunque difficile togliere il sorriso ai bimbi.<br />Ciao e buon rientro anche a voi. p. Renzo.p.Renzohttp://www.blogger.com/profile/04421909073234801597noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-20133412.post-56028112942242317492009-07-01T11:51:00.001+02:002009-07-01T11:55:34.615+02:00Veleno<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgQBNyHCuCegCYjx_a5NG2NuH9NxznZhCc1kmKERDDypGHYocF3Sf3GeE_KnpEVCv7XB5rn0X6rftINZYW3iKK7zRxTN5rw_iCcXavR9ESW-9d_sK6siXLZJYfNFpvGDtuyy5mUnA/s1600-h/IMG_0552.jpg"><img style="float:left; margin:0 10px 10px 0;cursor:pointer; cursor:hand;width: 320px; height: 240px;" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgQBNyHCuCegCYjx_a5NG2NuH9NxznZhCc1kmKERDDypGHYocF3Sf3GeE_KnpEVCv7XB5rn0X6rftINZYW3iKK7zRxTN5rw_iCcXavR9ESW-9d_sK6siXLZJYfNFpvGDtuyy5mUnA/s320/IMG_0552.jpg" border="0" alt=""id="BLOGGER_PHOTO_ID_5353428013232244210" /></a><br />E’ una storia di foresta e uno spaccato di organizzazione sociale locale. <br />La maggioranza degli abitanti locali è composta dai neri di ceppo bantu, vivono nei villaggi, hanno accesso alla scuola, alle cariche amministrative… sono i così detti “normali”. Una minoranza di abitanti sono invece pigmei, che solo ultimamente stanno accedendo ai villaggi in quanto abitano prevalentemente la foresta della quale sono i veri autoctoni. Vivono di caccia, spesso con un complesso di inferiorità nei confronti dei bantu. Ebbene è oramai passato un mese da quando un pigmeo è stato portato d’urgenza ad un “poste de santé”, ambulatorio locale con infermiere chirurgo e lì è morto. Avvelenamento. Un po’ di sumu (veleno) inserito qualche ora precedente nella bevanda alcolica e non c’è stato più nulla da fare. Era in prigione per un diverbio con delle persone della sua famiglia. Le prigioni di qui hanno uno statuto speciale, non sono così rigide e non è impossibile avere la libera uscita per i più diversi motivi. Ma dove il pigmeo ha bevuto il veleno era presso una “distilleria” di bantu. Poco a poco emerge la verità della storia dopo le convocazioni dei responsabili e le inchieste.<br />Il bantu che ha introdotto il veleno nella bevanda del pigmeo ha voluto vendicarsi. Sua moglie è la sorella minore del pigmeo, ed essa, dopo qualche tempo di convivenza ha voluto rientrare alla famiglia. Accade spesso in molte famiglie che dei diverbi causino il rientro della moglie nella casa paterna. Se il marito aveva pagato tutta la dote la moglie sarà incoraggiata o costretta a rientrare presso il marito, se invece la dote non era stata completata sarà l’occasione propizia per i fratelli e gli zii della sposa di esigerne il completamento o almeno il versamento di una tranche supplementare (un maiale, dei polli, un bidone di venti litri di arak – bevanda alcolica) prima di concedere il rientro della donna. Ora il fratello della moglie pigmea aveva rifiutato di “rendere” la donna al legittimo marito bantu. Di qui l’omicidio premeditato e infine realizzato. Quello che è più stupefacente e drammatico è il seguito della storia ossia il verdetto di condanna dell’omicida. La famiglia di quest’ultimo e la famiglia del defunto pigmeo giungono ad un accordo di indennizzo: quattro maiali, quattro bidoni d’arak e una ragazza della famiglia dell’omicida sarà data in moglie ad un uomo della famiglia del pigmeo in modo che possa generare una nuova vita e compensare il vuoto lasciato dal defunto. … !!! …<br />Sono uno straniero, di un’altra cultura, con la missione di evangelizzare la cultura senza imporre la mia, ossia introdurvi il Vangelo senza introdurvi necessariamente i prodotti della cultura occidentale. Però qualche domanda me la concedo soprattutto dopo aver interrogato il responsabile della famiglia pigmea che afferma di essere soddisfatto del verdetto finale e della pena compensatoria. La prima e più grave: sarà la giovane ragazza che dovrà pagare con un matrimonio forzato o una gravidanza forzata la colpa di uno della famiglia? In molti dicono che non si troverà una ragazza bantu disposta ad andare con un pigmeo e quindi il verdetto (di un tribunale tradizionale bantu) è uno stratagemma per guadagnare tempo ed ingannare i pigmei. La seconda questione: soppesare una vita con una misura di maiali e di bidoni di bevanda mi sembra quanto meno volgare, ma il pensiero qui prevalente è che con la prigione del colpevole nessuno ci avrebbe guadagnato qualcosa. Ancora: se il morto fosse stato un bantu tutto si sarebbe svolto allo stesso modo? Certo il nostro modello di carcere ad ergastolo, lo vedo difficilmente applicabile in questo contesto di foresta. La pena deve essere punitiva, riparatoria, redentiva: come mettere in equilibrio tutti gli elementi?<br />Tanti interrogativi. Non voglio sospendere il giudizio ma neanche addormentarlo. Voglio capire meglio, verificare e se possibile portare qualche riflesso di luce.p.Renzohttp://www.blogger.com/profile/04421909073234801597noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-20133412.post-12480451832526791492009-07-01T07:44:00.002+02:002009-07-01T07:50:49.632+02:00Un pò di conti<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi1Ie4JV7T8BgaEIgO3xRbIOkcQYAgvjkW3d1xel7_UnTkSFI8h_ozfCbDa9cQf9TgqiLtj2Luai11GUQe8O1vtaD2jYWStkge1a6OzZOJhR2BayFYsS-NsXxiuPeLpqraFfDZF5g/s1600-h/provv+078+%5BRisoluzione+del+desktop%5D.jpg"><img style="float:left; margin:0 10px 10px 0;cursor:pointer; cursor:hand;width: 320px; height: 240px;" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi1Ie4JV7T8BgaEIgO3xRbIOkcQYAgvjkW3d1xel7_UnTkSFI8h_ozfCbDa9cQf9TgqiLtj2Luai11GUQe8O1vtaD2jYWStkge1a6OzZOJhR2BayFYsS-NsXxiuPeLpqraFfDZF5g/s320/provv+078+%5BRisoluzione+del+desktop%5D.jpg" border="0" alt=""id="BLOGGER_PHOTO_ID_5353365044654804466" /></a><br />Da quando sono rientrato in Congo non ho avuto grandi occasioni per scrivere e salutare. In questi mesi, estivi per l'Italia, a Babonde le attività si svolgono come di routine, innanzitutto i battesimi nei villaggi, la scuola per muratori, i lavori di costruzione secondo i progetti in corso (il magazzino sementi, la sala per la scuola computer, il laboratorio per gli occhiali, la casetta per gli ospiti, la scuola a Yambenda, le chiese nei villaggi...), la vita della comunità cristiana, i gruppi dei giovani. <br />Tra qualche settimana, quando il lavoro di preparazione dei campi e di semina sarà terminato potremo realizzare la formazione biblica per i nostri catechisti che superano il centinaio, in media tre in ognuno dei quaranta villaggi. E' un evento atteso, la mancanza di informazioni, di stimoli, di comunicazione di idee è una grande povertà per chi deve essere a sua volta formatore ed essere pronto ad animare, incoraggiare e consigliare. Ogni buona pianta per portare frutto ha bisogno di attenzioni. Grande dizionario e tesoro a cui attingere sarà ancora e sempre la Bibbia, inesauribile e sorprendente.<br />Di certo, nonostante le diverse faccende, la sensazione è quella dello scorrere del tempo uniforme ma non lento come l'acqua del grande fiume Congo, senza particolari scadenze, senza particolari accelerazioni eppure con forza e senza sosta. E' vero, non arrivano la primavera o l'estate, non arrivano le ferie o le escursioni, né manifestazioni né scioperi, concerti o campionati, promozioni o cambi di gestione, elezioni o scandali politici. Anche i bilanci, sia delle varie iniziative come dei rendiconti economici non sono pressantemente esigiti, il preventivo ed il consuntivo si accavallano. E' a livello personale che il bilancio sembra imporsi con una certa assiduità e tempestività. Qui i compleanni non si festeggiano e sulle carte d'identità la data di nascita porta spesso l'indicazione "nato verso l'anno ...." (poiché si ignora la data precisa) è comunque innegabile che il tempo passa, anzi, vola.<br />Cercando di fare un piccolo bilancio personale all'inizio di un nuovo periodo d'Africa, non sapendo bene da quale parte cominciare, ammirando le alte idealità dello Spirito e toccando i bassi compromessi della vita quotidiana vengono alla mente le parole di Gesù che invita ad ammassare ricchezze per il Regno dei cieli dove tignola e ruggine non consumano. Evito quindi il bilancio per non incorrere in affrettate ed inopportune soddisfazioni o depressive frustrazioni e mi rilancio per seminare e raccogliere quei frutti che rimangono: lasciarmi toccare il cuore e toccare i cuori.p.Renzohttp://www.blogger.com/profile/04421909073234801597noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-20133412.post-83266456605498581042009-05-11T19:47:00.002+02:002009-05-11T19:52:22.117+02:00Mamme<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiN-cGV40dK984i3TQ7nxaBHHmrRZp7pqUL35cL9f7EWQbqhv4YUGWvLgf-55JCIemXtvTErxhIQFMVwwkmI-nXvM_NzSsCMEYunmC6vuRK-OQgkahw3HPckFFYMkqJr0H7RHHsqA/s1600-h/Mamme+%5B640x480%5D.jpg"><img style="float:left; margin:0 10px 10px 0;cursor:pointer; cursor:hand;width: 320px; height: 240px;" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiN-cGV40dK984i3TQ7nxaBHHmrRZp7pqUL35cL9f7EWQbqhv4YUGWvLgf-55JCIemXtvTErxhIQFMVwwkmI-nXvM_NzSsCMEYunmC6vuRK-OQgkahw3HPckFFYMkqJr0H7RHHsqA/s320/Mamme+%5B640x480%5D.jpg" border="0" alt=""id="BLOGGER_PHOTO_ID_5334625234600236674" /></a><br />E’ Camillo, il catechista di un villaggio a nove chilometri da Babonde che incontro davanti la nostra missione. E’ quasi sera e sono meravigliato di vederlo qui da noi, ma in poche parole mi spiega il perché. Fa l’assistenza alla figlia che è all’ospedale, ha subito d’urgenza il cesareo ed ora stenta a riprendersi, avrebbe bisogno di medicine, ma per acquistarle occorre rivolgersi ad una delle farmacie del villaggio. L’ospedale notoriamente ha pochi generi di medicine ed in quantità limitata, per cui non può “anticipare” e presentare poi la fattura prima dell’uscita una volta terminate le cure. Occorre dire che coloro che non pagano, anche se guariti non possono andarsene, ecco che i parenti si danno da fare per racimolare il necessario in modo da “liberare” l’ex malato e permettergli il ritorno a casa. Niente stipendi pubblici agli operatori sanitari da parte del governo, obbligati quindi ad esigere dai pazienti il prezzo intero della fattura. Nessuna banca per conservare un eventuale minimo deposito per le emergenze e pochissimi materassi nelle case, per nasconderci sotto qualcosa, in stanze senza porte, per cui nessun risparmio da parte delle famiglie costrette a vivere la malattia o l’incidente come perenne emergenza. Ad essa si fa fronte con la questua di parente in parente, di conoscente in conoscente fino a racimolare il necessario, soprattutto quando non si possiede un pollo, una capra, un maiale, vero capitale e preziosa merce di scambio in simili frangenti. La figlia si sta riprendendo ma il bambino è maschio o femmina? Era maschio ma è morto. La mamma aveva aspettato troppo a lungo in casa prima di comprendere che occorreva necessariamente ricorrere all’intervento dell’ospedale, senza perdere tempo passando per il locale Centro di Salute. L’inesperienza della prima volta, dei diciassette anni appena compiuti, delle spese da affrontare, di un bacino troppo stretto. Aveva lasciato la scuola nel tempo della gravidanza, ora lascia una vita. Non sarà facile per lei, a poco a poco si riprenderà.p.Renzohttp://www.blogger.com/profile/04421909073234801597noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-20133412.post-12096272928284019922009-04-06T19:08:00.002+02:002009-04-06T19:12:49.818+02:00Formiche<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhJatUkCaZNDpKwN1557z0DJfoORmYndCxTrGFQC2ciWXM7WBzVUvPu4uQ54cxW7_risvbt5BkJnx39vXeESOzxjEtyAjFxP7M1abebD_NHFoNJ8_GcWwFssY5ILyUBVbxivuJRSQ/s1600-h/fiori.JPG"><img style="float:left; margin:0 10px 10px 0;cursor:pointer; cursor:hand;width: 320px; height: 240px;" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhJatUkCaZNDpKwN1557z0DJfoORmYndCxTrGFQC2ciWXM7WBzVUvPu4uQ54cxW7_risvbt5BkJnx39vXeESOzxjEtyAjFxP7M1abebD_NHFoNJ8_GcWwFssY5ILyUBVbxivuJRSQ/s320/fiori.JPG" border="0" alt=""id="BLOGGER_PHOTO_ID_5321626884556147890" /></a><br />Stiamo aspettando il Vescovo che dovrebbe arrivare da un momento all’altro. Ci aveva preavvisato che sarebbe stato qui per pranzo assieme ad un “predicatore” per una giornata di spiritualità, domani, in preparazione alla prossima Pasqua. Ci sarà la Messa alle sei e trenta, poi la predicazione, l’adorazione e la preghiera di “guarigione e liberazione”. Il tutto potrebbe finire verso l’una o le tre del pomeriggio. Io sarò nel villaggio di Lomami, secondo il programma, per la daraja ya pili, la seconda tappa del catecumenato, qui con gli ospiti resterà p. Gianni. La mia è fortuna perché riesco a svignarmela o sfortuna perché mi perdo la preghiera di guarigione?<br />Oggi per Babonde è una giornata importante anche per un altro motivo poiché è arrivato giusto stamattina il nuovo medico che sarà il direttore dell’ospedale. Finalmente. Il lavoro di lobbing del capo di collettività, nonché deputato provinciale, ha portato frutti, nonostante i tentativi di sabotaggio da parte di coloro che non vedevano di buon occhio l’insediamento di un medico a Babonde. L’ingresso di nuove figure, il rimescolamento degli equilibri, la perdita di qualche potere all’interno della gerarchia sanitaria hanno fatto sì, fino ad oggi, che il bell’ospedale di Babonde rimanesse senza una guida competente ed adeguata: un bel guscio, solido, senza mandorla. Ma nel piccolo villaggio è così: il medico abiterà la casa a lui dedicata, e il precedente inquilino dovrà a malavoglia lasciarla libera; i pazienti che prima erano costretti a rivolgersi all’ospedale competente (a quaranta chilometri) ora si fermeranno qui, e con loro le relative parcelle per prestazioni, acquisto medicine e mercato locale; piccoli benefici, favori e premi dovranno essere rivisti. Tutto questo non manca di far parlare, discutere, sospettare e manovrare.<br />E’ pomeriggio oramai e sono sceso allo stagno di cui ne stiamo vuotando una parte. Voglio verificare il lavoro che ci sarà da fare e vedere se la pesca dei piccoli tilapia è stata abbondante. I libri dicono che dovrebbero raggiungere la dimensione di venticinque, trenta centimetri, ma la nostra acqua ed il nostro cibo fanno sì che si fermino alla triste misura massima di quindici. O forse sarà l’effetto dell’equatore troppo vicino. In ogni caso c’è una piccola folla che si sta disputando il pesche in vendita. Un fagottino di pesci per 500 franchi congolesi, il valore di circa mezzo euro. Non so se è a causa del prezzo basso o del fatto che ogni tanto a Babonde c’è il bisogno di mangiare qualche cosa di diverso dai fagioli e dal sombe per condire il solito riso e manioca. Comunque sia c’è bisogno di un servizio d’ordine, fatto in casa, per calmare gli animi di coloro che non sono riusciti ad averne. Tra qualche giorno vuoteremo un altro settore dello stagno, un po’ più ampio, vedremo come andrà a finire.<br />Il Vescovo ancora non arriva, così ne approfitto per scendere alla comunità delle suore per sistemare una lampada che non funziona, saranno loro a dover accogliere il medico con moglie e due figli, fino a che la “sua” casa non sarà un po’ sistemata, mentre alla falegnameria costruiscono il letto, tavola e sedie per la cucina, un tavolino e poltrone per il salone. <br />E’ allora, sulla strada, che due mamme mi informano della morte di una giovane donna, nostra vicina di casa, madre di due bambini. Suo papà stamattina, alla falegnameria, aveva fatto preparare due assi, in previsione, per costruirne la bara. Era appena ritorna dall’ospedale, quello a quaranta chilometri di distanza. Non hanno potuto fare nulla per lei e qui a casa è morta poche ore dopo il suo rientro. I bambini nel cortile piangono silenziosamente, una giovane donna fuori della porta di casa, seduta su di uno sgabello, legge una pagina della Bibbia. Cerco di entrare per recitare insieme una preghiera, ma stanno lavando e preparando il corpo. Ripasserò.<br />Dalla chiesa si sentono i canti rumorosi e festosi dei carismatici nel momento di animazione.<br />Il Vescovo, il predicatore, il medico, la gente, i pesci, la mamma e i suoi bimbi oramai orfani. Storie, vite che si incrociano o solo si sfiorano, quante “piccole formiche” che si agitano nel vasto universo pensando alle loro “grandi cose”. Che cosa è importante nel nostro agitarci? Noi sappiamo, o meglio, noi speriamo che Qualcuno farà la sintesi per noi.p.Renzohttp://www.blogger.com/profile/04421909073234801597noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-20133412.post-86535452422393594102009-03-09T19:28:00.004+01:002009-03-09T19:45:40.992+01:00A Babonde!<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhOlj2aqbahq2YFfxfI1gNBVsAArEazr4Y8IyAK-Zc7FhUEnh6gS0Z1SDW7cpl5eJq_A_n3y6xBrHu4HovhstYW1buTEHfEa4OwK2TA-KIU8838F2GU0rOHIrrjboGG7QlQxRXD_w/s1600-h/IMG_0545.jpg"><img id="BLOGGER_PHOTO_ID_5311259230461556146" style="FLOAT: left; MARGIN: 0px 10px 10px 0px; WIDTH: 320px; CURSOR: hand; HEIGHT: 240px" alt="" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhOlj2aqbahq2YFfxfI1gNBVsAArEazr4Y8IyAK-Zc7FhUEnh6gS0Z1SDW7cpl5eJq_A_n3y6xBrHu4HovhstYW1buTEHfEa4OwK2TA-KIU8838F2GU0rOHIrrjboGG7QlQxRXD_w/s320/IMG_0545.jpg" border="0" /></a><br /><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj7i9DleXztZPYqMk0Op835wfHYQmHl0bXcNcXjldeh3vlook8wF4YtJKnnJ5yJCQc1dRU2Nas9ZwQfTP7r5bkmrFyzwXzjMF4j7yyy1f2l4HYIo_VjU17QymOrAAtKHjewa13SnA/s1600-h/IMG_0452.jpg"><img id="BLOGGER_PHOTO_ID_5311257930926885906" style="FLOAT: left; MARGIN: 0px 10px 10px 0px; WIDTH: 320px; CURSOR: hand; HEIGHT: 240px" alt="" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj7i9DleXztZPYqMk0Op835wfHYQmHl0bXcNcXjldeh3vlook8wF4YtJKnnJ5yJCQc1dRU2Nas9ZwQfTP7r5bkmrFyzwXzjMF4j7yyy1f2l4HYIo_VjU17QymOrAAtKHjewa13SnA/s320/IMG_0452.jpg" border="0" /></a><br /><br /><br />Da venerdì 6 marzo siamo a Babonde, un viaggio un po’ articolato, Bologna, Bruxelles, Kinshasa. Qualche giorno per effettuare la trasposizione del visto sul nuovo passaporto e partenza per Kisangani, un giorno per fare qualche spesa e ripartenza il martedì 3 marzo. Io sono sulla nuova Land Rover ed un altro confratello con un nuovo camion. Le nostre due comunità sono vicine, Babonde ed Ibambi, e tutte e due approfittano di un finanziamento che arriva da una generosa parrocchia del Lussemburgo, sono molti gli amici delle missioni. La strada è quella dell’Ituri, quella che porta ad Est. La nostra vettura era a Kisangani da giugno scorso, ma non riuscivamo a portarla a casa. Nessun aereo con trasporto merci sufficientemente grande sulla tratta Kisangani-Isiro. Via terra settanta kilometri impraticabili tra Bafasende e Niania. Qualche mese di attesa (nove per la precisione, la pazienza in Africa spesso la fa da padrona) ed un grande grazie ai cinesi ed ai loro contratti che prevedono la costruzione di infrastrutture in cambio di sfruttamento delle risorse minerarie, ci permettono di essere a Niania lo stesso martedì pomeriggio. A mezza mattinata abbiamo avuto anche il tempo di fare una sosta a Batama al 162mo chilometro. Il villaggio di Batama, vecchia conoscenza quando, ancora seminarista a Bologna, con il gruppo scouts della Ponticella facemmo lì un campo estivo nell’intento di rimettere in piedi una missione abbandonata dal tempo della ribellione dei Simba. Passiamo il grande fiume Lindi e sostiamo a Bafasende per mangiare qualcuno dei suoi pesci e salutare l’abbè Raimond. Siamo a Niania alle 14.00; alla parrocchia raccogliamo due aspiranti catechisti che provengono da Mambasa e sono diretti al centro pastorale di Wamba per un primo corso di formazione lungo un intero mese, che li prepara al servizio pastorale che dovranno svolgere nel loro villaggio. E’ il primo pomeriggio e si tratta di affrontare la strada difficile di Bingò, altri settanta chilometri nella foresta e nel fango, impossibili nella stagione delle piogge, ma è adesso la stagione secca, è adesso il momento di provare a passare. Quattro chilometri ed il camion che ci precede, alla terza buca, letteralmente si rovescia sul fianco.<br />Fosse stato un uomo si sarebbe detto “gambe all’aria”. Grazie a Dio nessuno nella cabina si è ferito, solamente una botta ad un braccio del confratello che stava dalla parte dell’impatto e per fortuna che non aveva accettato di trasportare nessuno sul cassone come invece abitualmente si fa. Lavoriamo fino al buio per scaricare carburante e pacchi e tentare di risollevare il mezzo senza riuscirci. Rientriamo a Niania per passare la notte e per cercare un “tira fuori” ossia cricco e cavo d’acciaio che ci permetterà il mattino dopo di rimettere in piedi camion. E’ mercoledì e alle 9 e mezza abbiamo già ricaricato, pronti a ripartire. Nel frattempo osservo i tantissimi Kumba Kumba che ci oltrepassano, i trasportatori di merci in bicicletta carichi di tutto, olio in sacchi di plastica, maili, capre, farina e riso, bidoni e ciabatte. Sono stupefatto ancora una volta dai trasportatori di merci a piedi, uno di questi è riuscito a caricarsi sulla schiena ben sei casse di birra, ciascuna di dodici bottiglie. Riprendiamo il viaggio, ma sono sufficienti trenta minuti di strada ed una nuova profonda buca per arrestare di nuovo il camion, stavolta impantanato. Ora il lavoro è questione di pala, secchi e tronchi di legno, ma sarà un autista di passaggio a soccorrere il nostro chauffer, decisamente poco esperto di quella strada. A questo punto ci separiamo, con la Land Rover continuiamo, il camion ritorna indietro, sceglierà un’altra strada in un tempo più favorevole. Trazione integrale, marce ridotte, il nostro mezzo risponde bene e supera gli ostacoli, prima del buio siamo al chilometro 51 da Wamba. Passiamo la notte a Bafwabangwe, un grosso villaggio in prossimità di una miniera d’oro, accolti dalla comunità cristiana e dalla moglie del catechista che ci prepara riso e pesce salato. Un secchio d’acqua a ciascuno dei viaggiatori per una meritata doccia. La notte nelle capanne che ogni villaggio ha, accanto alla chiesa, per accogliere gli ospiti. Mi chiedono di celebrare la messa alle sei e mezza del giorno dopo, a me dispiace deludere la loro attesa ma alle sei in punto siamo di nuovo in viaggio, ed abbastanza in fretta usciamo dal fango di Bingò, per strada superiamo una camionetta stracarica di merci, in viaggio da quattro giorni sul nostro stesso percorso, ed incontriamo un camion in direzione opposta il cui autista sta studiando il modo di arrangiare la strada per superare un passaggio al momento impossibile per lui: non conterà le settimane che gli ci vorranno. Incontriamo anche molti resti di fuochi notturni, segno del pernottamento di tanti che hanno dovuto lottare per aprirsi il passaggio: ringraziamo tutti quelli che hanno lavorato prima del nostro viaggio e noi gratuitamente approfittiamo. Sostiamo a Bayenga ed infine a Wamba per un doveroso saluto al Vescovo dopo i tre mesi di vacanza. Nel pomeriggio è una buca profonda scavata dall’erosione dell’acqua a bloccarci il cammino. Un’ora di sforzi e qualche vescica alle mani che non sono abituate a lavorare di pala e machette, non riescono però a liberarci. Sarà l’aiuto di una corda e di una camionetta di passaggio a rimetterci finalmente sul buon percorso. Un’altra notte in brousse, stavolta nel villaggio di Mandele, tra gli Yogoo, tribù di lingua lingala. Per la cena ci aiuta stavolta un po’ di pane della carne in scatola. I ragazzi danzano nella notte di luna, per far festa agli ospiti e alcuni uomini si raccolgono sotto la barza. Ora è venerdì, ed è solare questo giorno animato fin dalle quattro del mattino da voci e da luci di torce, sono la persone del villaggio alla ricerca delle termiti nella stagione della migrazione, cibo ricercato. Una settimana intera senza pioggia ha senz’altro benedetto il viaggio, prima di pranzo siamo già a Babonde. E’ il primo venerdì del mese e gli oltre cento catechisti sono radunati per il programma del mese, dico loro: “nimekula sombe ya mama yangu”, “ho mangiato il cibo della mia mamma”, per giustificare le mie nuove forme decisamente più rotonde. La domanda di tutti è “i parenti stanno bene?”, “il viaggio è stato buono?”. Altri sono contenti per la macchina nuova, sanno che è anche per loro. Altri ancora sono finalmente convinti che la mia era veramente una ‘vacanza’ e non una partenza definitiva, come spesso talvolta è accaduto per qualche altro missionario che non ha avuto possibilità di rivenire almeno per salutare. Poi è il turno o l’assalto dei bambini che qualche insegnate ha sguinzagliato sulle mie tracce. Stringere la mano a tutti è d’obbligo, ma mi sottometto volentieri a questo dovere, la comunione dello spirito non è possibile senza una comunione dei corpi, per ascoltare occorre esserci, per parlare occorre esserci, per lavorare insieme occorre esserci.Compagni di viaggio.p.Renzohttp://www.blogger.com/profile/04421909073234801597noreply@blogger.com