domenica, febbraio 11, 2007

I PICCOLI


29 gennaio 2007
Siamo a Bovoboli, pochi chilometri da Babonde, facilmente raggiungibile ed è una giornata particolare poiché oggi è la festa dei Pigmei. Sono i piccoli abitanti della foresta. Per molti studiosi sono essi i veri originari dell’Africa, autoctoni, con una propria lingua, tradizioni e stile di vita tutti particolari. La data della festa di oggi è a ricordo di una storica “marcia dei diritti dei pigmei” realizzata ad Isiro un paio d’anni fa. Perché una marcia dei diritti?. Facendo un paragone un po’ azzardato si potrebbe dire che come l’Africa è stata colonizzata dagli Arabi e dagli Europei, i pigmei sono stati colonizzati dai Bantu. Ma poiché nessuno è senza peccato originale, i pigmei hanno colonizzato chi? … Domanda senza risposta.
Si! Colonizzati e talvolta schiavizzati. E’ frequente assistere anche oggi allo sfruttamento dei pigmei da parte dei Bantu, la popolazione nera maggioritaria in Africa, al fine di coltivare i loro campi o come abili guide nella caccia. Il loro duro lavoro stagionale è pagato con qualche bottiglia di bevanda alcolica o di fumo. I pigmei non sono agricoltori, non possono attendere il raccolto che avviene sempre “troppi mesi” dopo la semina, sono nomadi e seguono le stagioni della caccia, la stagione secca e quella delle piogge, anche l’organizzazione scolastica che la comunità cristiana organizza per loro è ritmata su un calendario particolare. In tempi passati, ma non troppo lontani erano considerati buona selvaggina. Nella zona abitata dai Bantu – Lika, la nostra zona, i pigmei sono molto numerosi. Nella zona vicina dei Bantu – Budu, non sono affatto numerosi e qualcuno suggerisce perché la più parte sono stati mangiati o costretti a fuggire. Per contro i pigmei, fedeli alla loro tradizione di cacciatori e raccoglitori dei prodotti della foresta, si ripagano con il furto, piuttosto frequente, nei campi coltivati dai Bantu, e questo senza alcun senso di colpa. Prendono con tutta naturalezza quello che a loro serve e che la terra dona agli uomini. Ed effettivamente il loro furto e sempre per il bisogno quotidiano, non potrebbero accumulare nulla nelle loro piccole capanne, anch’esse stagionali, costruite con sottili rami e grandi foglie, dove ci si entra chinati praticamente solo per dormire ed in caso di pioggia. Capita che in occasione di qualche festa e in mancanza di selvaggina anche un grosso maiale può farne le spese. Ecco che il proprietario mi informa di aver trovato i responsabili tra i pigmei e che ora cercherà di farli giudicare da un uomo “normale”, anche se sa che non ci ricaverà nulla soprattutto perché soni i capi villaggio i maggiori responsabili dello sfruttamento dei pigmei e probabilmente come ammenda il colpevole del furto dovrà fare qualche settimana di lavoro nel campo del capo villaggio.
Si comprende che non corre troppo “buon sangue”, ma occorre dire che pregiudizi e stereotipi la fanno da padrone. Qualcuno si meraviglia che possano apprendere la lingua Swahili, iniziare a vestirsi con decenza, che possano fermarsi per qualche settimana o mese sui “banchi” di scuola, essere battezzati, divenire cristiani. Per molti essi rimangono “meno uomini” Eppure qualcuno fra essi sta per ottenere il diploma di scuola superiore, qualche coppia domanda il matrimonio cristiano e fra di essi nella nostra parrocchia, unico in tutta la diocesi, vi è anche un catechista pigmeo. Contrariamente all’abitudine circostante essi rimangono fedeli nella coppia che si sposa. Normalmente una ragazza presa in moglie da un accampamento vicino, sarà compensata con il passaggio di un’altra ragazza data in moglie, per una sorta di equilibrio di forze. Nella difficoltà di vita della foresta la condivisione è la loro risorsa. Una caramella donata viene divisa in tanti piccoli pezzi quanti sono i bimbi e gli adulti in modo che ciascuno abbia ad assaggiarne. Sono piccoli, è vero, ma possono essere “meno uomini”?