giovedì, dicembre 11, 2008

Articolo 25


10 dicembre Dichiarazione Universale dei diritti dell’uomo
La memoria è importante. Compiuti sessanta anni dal giorno della dichiarazione universale dei diritti dell’uomo, questo grande progetto di umanità, scritto sulla carta e firmato con grande solennità, stenta ad essere scritto nelle coscienze delle persone e nelle politiche dei governanti, mentre rimane praticamente assente dai tavoli di discussione dove si decidono i grandi interessi economici di stati, gruppi finanziari o gruppi industriali. Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo: è tutto il bene di cui l’uomo ha diritto, come singolo e come comunità. Attenzione: non tutto il bene che gli possiamo augurare, ma tutto il bene di cui ha diritto. Tra i molti diritti che la Dichiarazione Universale intende affermare con forza, mi sono caduti gli occhi su di un articolo, l’Articolo 25:
Ogni individuo ha diritto ad un tenore di vita sufficiente a garantire la salute e il benessere proprio e della sua famiglia. Maternità e infanzia hanno diritto a speciale cura e assistenza.
E’ vero, ciascuno legge la realtà dal suo particolare punto visuale, talvolta è un punto di vista ristretto, ma l’insieme di tanti punti di vista e prospettive probabilmente può meglio descrivere la realtà. Voglio leggere questo diritto da Kinshasa, la capitale della RDC poiché è stata l’ultima tappa del viaggio verso l’Europa, vi vorrei allora scrivere qualcosa di come ho potuto leggere, dal mio punto di vista questo articolo 25.
E’ con gli occhi che sono stato toccato/shoccato dalle strade ed abitazioni, dall’immondizia e dal fango, dalla mancanza di acqua potabile e di elettricità, dalla precarietà della scuola, della sanità e del lavoro… realtà quotidiane di una capitale di quasi 8 milioni di abitanti. Non c’è né bellezza né dignità che si possa vedere e notare con evidenza. Unica eccezione la gioia di vivere di bimbi e giovani, una speranza endemica come la malaria capace di guarire qualunque frustrazione. Quale sarà il “tenore di vita sufficiente” dell’uomo di Kinshasa, quale il benessere sufficiente della sua famiglia? Non mi soffermo a descrivere, ciascuno può immaginare. Certo anche in occidente occorre lottare per il rispetto di questo diritto, ma non c’è proporzione.
Non è più questione di punti di vista o di “fortuna geografica” (il nascere in un posto piuttosto che in un altro), occorre colmare la sproporzione.
E’ questione di governo mondiale, di cui l’ONU, timido ed abbruttito abbozzo, non è stato finora in grado di gestirne il compito, all’altezza delle speranze e delle sfide.
Ieri si diceva “politica” oggi si dice “geo-politica”; è mondialmente che si spartisce la torta energetica; è a livello mondiale che si distribuiscono le armi e si fomentano le guerre; è a livello mondiale che si stringono contratti per l’accaparramento delle materie prime ed è ancora a livello mondiale che si spostano i capitali e le risorse finanziarie.
I bimbi nelle strade di Kinshasa non possono sapere tutto questo, non possono sapere della necessità di un buon governo mondiale. La speranza e la gioia a loro non manca, ne hanno diritto. Ma hanno bisogno di molto altro. Se io, se tu, le nostre coscienze, se le nostre associazioni, i nostri partiti e governi, le nostre fedi e movimenti possono qualcosa per i diritti di tutti, perché questi bimbi non si accorgano troppo in fretta di quante cose sono state loro negate e saranno loro negate…
10 dicembre Dichiarazione Universale dei diritti dell’uomo. Articolo 25. Ricordare è importante.