mercoledì, febbraio 10, 2021

Photo de Renzo Busana

Le diocèse de Kilwa-Kasenga, en général, et la paroisse Saint Pierre dont nous avons la charge pastorale, en particulier, étaient dans l'immense joie de recevoir la visite de Son Eminence Fridolin, cardinal AMBONGO, Archevêque Metropolitin de Kinshasa, le dimande 07/février/2021 à Kilwa. Après la messe célébrée à la paroisse Saint Pierre, une reception a été organisée dans l'aceinte de l'évêché à Kilwa. Avant le depart de Son Éminence pour Kashobwe, un cadeau lui a été remis par la communauté SCJ de Kilwa pour marquer son passage. Pour rappel, le prelat a commencé sa tournée à Butembo-Béni via Goma, puis est parti à Kole ; ensuite il s'est rendu à Idiofa en passant par Kenge et Kikwit). Tout dernièrement, il a honoré de sa présence le diocèse de Bondo en transitant par Kisangani et celui de Kisantu dont il est administrateur apostolique.




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lunedì, febbraio 08, 2021

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lunedì, luglio 11, 2011

Sorgente Kusoso

Sorgente Kusoso
In ordine di tempo è l’ultima sorgente che è stata sistemata in modo che l’acqua possa essre raccolta ed utilizzata in modo “pulito”. La tecnica è la solita: covogliare l’acqua che sgorga spontaneamente dal suolo (solitamente in più rivoli) e canalizzarla verso un tubo di plastica. Il tutto bene cementato in modo che il luogo di fuoriuscita non sia sporcato da animali in vagabondaggio, da bambini che vi giochino dentro, da persone che vengono a lavarsi o a fare il bucato...
Il lavoro è durato tre giorni e l’aiuto della popolazione è stato indispensabile nel mese precedente per pulire ben bene il luogo e per procurare sabbia e pietre (che fanno da filtro prima dell’uscita dell’acqua). La missione da parte sua aiuta con il cemento, gli operai, il trasporto del materiale se è necessario il piccolo camioncino, gli attrezzi da lavoro, il tubo in plastica o in ferro... Senza contribuzione della popolazione la sorgente non sarà sistemata: è una condizione senza la quale il lavoro non comincia, in quanto c’è bisogno che gli abitanti del quartiere facciano opera di “appropriazione” della sorgente in modo che sia in seguito curata la manutenzione, la pulizia e la difesa da eventuali “vandali”.
La sorgente Kusoso, serve centinaia di persone nel giorno del mercato domenicale e nei giorni di scuola poichè si trova giusto a valle dell’area destinata a queste due attività.
In questi giorni riceviamo la bella notizia dell’aiuto messo a disposizione da alcuni amici di Bologna riuniti in associazione e di numerosi giovani delle scuole superiori che sponsorizzeranno la sistemazione di altre dieci sorgenti. Ringraziamo di cuore e ci mettiamo all’opera per il lavoro non facile di sensibilizzazione.
N.B. nella foto l’acqua che esce dal tubo è già limpida, mentre l’acqua in basso è biancastra a causa del lavoro con sabbia e cemento appena terminato.

domenica, marzo 06, 2011

NUOVO BLOG

Ciao, da un pò di tempo cerco di pubblicare nuove notizie e foto su questo Blog che ci ha accompagnato oramai da alcuni anni. Non riuscendo a risolvere il problema ho pensato bene di crearne uno nuovo, che porta un titolo simile e spero potrò aggiornare più frequentemente. Ciao e arrivederci su KARIBU BABONDE:
http://karibubabonde.blogspot.com

martedì, gennaio 04, 2011

Fidanzamento... chi lo conosce?

In kiswahili si chiama ‘uchumba wazi’ quello che noi chiamiamo fidanzamento: il ragazzo e la sua famiglia si parlano con la ragazza e con la sua famiglia, per un certo periodo, concordando doveri riciproci, approfondendo la mutua conoscenza prima di andare a vivere insieme. A Babonde e nei dintorni è una pratica totalmente scomparsa, l’usanza oramai diffusa è l’accasarsi del ragazzo e della ragazza insieme senza molti preamboli, la ragazza fuggendo i genitori o assumendo le dovute conseguenze di una precoce gravidanza. In un secondo memento le famiglie entreranno in campo e i parenti della giovane esigeranno una abbondante se non esagerata dote dalla famiglia del giovane. La pratica di liste esorbitanti di doti da pagare e le frequantazioni rapide e superficiali dei giovani nei giorni ‘sacri’ di mercato accellerano ed accentuano la disparizione del ‘fidanzamento’. Ecco il mio stupore quando un giovane uomo sui 28 anni circa mi mette a conoscenza del suo desiderio di fidanzare la figlia di un catechista di un villaggio ad una ventina di chilometri, poichè non ama le ragazze del mercato e la loro ‘leggerezza’. Il riso seminato nel campo non è ancora maturo, così io potrò avanzargli un pò di soldi in modo che possa presentarsi e dotare in fretta la famiglia della ragazza e così fidanzarsi. L’idea mi sembra buona ed approvo. Una settimana più tardi, la sera di uno dei famosi giorni di mercato, ecco che il catechista in questione arriva trafelato ed in lacrime alla missione: la figlia è andata al mercato con il suo primo bimbo di dieci mesi avuto da una precedente relazione e lo ha affidato ad un giovane di sua conoscenza mentre vendeva i prodotti del campo. Al momento di recuperare il figlio, bimbo e giovane sono spariti. Disperata li cerca per tutto il mercato senza trovarli. Del giovane conosce solo il nome di battesimo ma non ancora il nome di famiglia e conosce appossimativamente il villaggio dove abita. Mentre il catechista angosciato mi racconta i fatti, collego immediatamente le informazioni frammentarie a quanto avevo saputo la settimana precedente... il giovane è lo stesso che avrebbe voluto essere mchumba wazi. Solo che in brevissimo tempo la sua intenzione primaria è rapidamnte mutata: senza neppure presentarsi al padre della ragazza, ne ‘ruba’ il bebè con la speranza di forzare la ragazza a seguirlo e ad accasarsi in fretta. Sicuro di ritrovare il bimbo ci mettiamo in strada di notte, diretti al villaggio del giovane che aspetta visite ma non certamente la nostra delegazione. Ritroviamo e recuperiamo il bimbo addormentato tra le braccia di una parente. Non ci sono molte parole da dire, se non constatare con amarezza una voltà di più la sparizione e il tradimento di una bella tradizione una volta presente tra le tribù walika di Babonde, in bell’accordo con la tradizione cristiana e che avrebbe il pregio di evitare numerosi e dolorosi effetti collaterali all’altra pratica oramai prevalente dell’accasamento precoce e inopinato.

BUON NATALE

In sintonia perfetta con tutti i bimbi del mondo di tutti i colori attorno alla grotta BUON NATALE.

sabato, agosto 14, 2010

Gruppi nascenti




I giovani devono sempre stare al cuore delle differenti attivita' di una parrocchia... Quest'anno abbiamo festeggiato la nascita o meglio la rinascita del gruppo di Scuots. E' un po' "alla buona", secondo le tradizioni che vogliono gli scouts soprattutto degli abili animatori di danze, talvolta spericolate. In ogni caso abbiamo tentato di recuperare qualche libro di formazione e qualche formatore in provenienza da Isiro per dare un po' di "contenuto" e di spina dorsale... vedremo l'evoluzione.
Altro capitolo importante lo sport ed il torneo di calcio, terminato purtroppo nella "bagarre", nella confusione e nell'impossibilita' di accettare che per forza ci sia un perdente. I tifosi di Babonde avevano giurato che il trofeo non sarebbe uscito per un altro villaggio, avrebbero piuttosto sbarrato la strada se la squadra di Yambenda fosse risultata vincitrice. Qualche arbitro ha dovuto talvolta prendere la fuga per salvarsi, o ha dovuto rimangiarsi le decisioni sotto la pressione dell'ufficio centrale o sei tifosi. Qualche altra equipe ha abbandonato il terreno non contenta delle decisioni... E' comunque da continuare questa iniziativa, occasione di associare i giovani e di far loro comprendere che un regolamento esiste e che anche la sconfitta fa parte del gioco. Gli stessi giovani associati si sono gia' dimostrati disponibili per sistemare qualche tratto di strada o per qualche costruzione di utilita' comune.

Quando venite?




Tra le varie attivita' pastorali, qualche costruzione in mezzo. Anch'essa realizzazione della nostra scuola muratori, che ha per obiettivo la formazione di giovani capaci di aiutare concretamente lo sviluppo del luogo, senza andare in prestito di muratori stranieri, ma lasciando sul posto le conoscenze necessarie. Venendo qui in Africa pensavo che sarebbe stato facile un gemmellaggio Italia-Congo, ma davvero le cose non sono andate cosi'. Tuttavia noi ci stiamo preparando ad accogliere quanti vorranno farci visita, innanzitutto con la logistica: una casettina con due stanze e bagni (del "mai visto" da queste parti. A dire il vero abbiamo dovuto affrettare i lavori per la data del 15 luglio, in modo da poter accogliere con un po' piu' di tranquillita' i numerosi visitatori in occasione delle ordinazioni sacerdotali, andando a prestito di materassi e di coperte... e i servizi sanitari non sono ancora perfettemante installati. Per gli amanti delle costruzioni metto a conoscenza che la fossa biologica sta per essere completata e manca ancora un buon deposito d'acqua.
Tuttavia, anche se noi ci diamo da fare, la situazione delle strade rimane invariata se non peggiorata, e il servizio aereo di tanto in tanto conosce delle perturbazioni con frequenti sospensioni di voli. Quel caro "ponte" Italia-Congo rimane ancora al livello dei piloni di fondazione... con un po' di pazienza, di fede e di coraggio anch'esso si realizzera.

ATELIER




Nuovo Atelier
Finalmente, dopo aver lottato insieme ai giovani della “scuola muratori”, ai trasportatori di materiali da costruzione su strade impossibili, e all’aiuto di molti da Saonara, Padova/Crocifisso/Pieve di Curtarolo, Milano, Bologna… la “Salle p. Bernard” è pronta ad ospitare il nuovo atelier di Taglio e Cucito (grazie a tutti coloro che hanno inviato le utilissime macchine da cucite tra le quali la prima a "zig zag" di babonde). Sarà un gruppo di donne riunite in associazione che lo gestirà nel prossimo mese di settembre, mentre stiamo cercando qualche valido maestro. Pensiamo di ospitare nella stessa sala anche ad una Scuola di alfabetizzazione e alla Scuola di computer, compreso il probabile internet. L’associazione di donne si chiama PIF, non suona troppo bene in italiano, ma il suo significato è veramente bello e ambizioso: per la Promozione Integrale della Donna (Femme), speriamo molto bene nel futuro di questa associazione. La sala invece l’abbiamo dedicata a p. Bernard poiché Bernard Hams fu il primo missionario ad arrivare in questi villaggi a partire da Bafwabaka; Bernard Hemmerik fu il primo responsabile della nascente parrocchia di Babonde, poco più di una cinquantina d’anni fa. Ed abbiamo voluto aggiungere anche il pensiero ad una altro Bernardo, Longo, il missionario di Nduye che non è mai giunto qui attraversando i circa 350 chilometri, ma fa parte della stessa diocesi ed è conosciuto di fama. Che il loro pensiero sia benedizione per tutte le attività e persone che frequenteranno questa sala.

Ordinazioni



E’ raro che in un villaggio di foresta vi sia una cerimonia così solenne come quattro ordinazioni sacerdotali: quattro preti della nostra diocesi di Wamba, Eugene, Ernest, Romain e Benjamin hanno ricevuto l’imposizione delle mani da parte del vescovo Kataka Janvier e dei numerosi altri preti venuti per l’occasione. E’ stata festa per le famiglie, per Babonde e per tutti gli abitanti della “chefferia” dei Balika-Toriko (l’organizzazione amministrativa che raggruppa i più di quattrocento villaggi della tribù dei walika). Rappresentanti di altre confessioni religiose, direttori di scuole elementari e secondarie, medici e personale curante degli ospedali dei territori vicini, capi di villaggio, di “groupement” (raggruppamenti di villaggio) e di “chefferies”, qualche onorabile deputato, catechisti e fedeli… tanta gente come “mai si era vista a Babonde”, secondo la testimonianza di qualcuno. L’evento certamente è stato straordinario, il lavoro di preparazione anche, la “grazia” che non si vede con gli occhi, speriamo pure sia stata abbondante. Quattro giovani nati da famiglie dei Balika-Toriko, cresciuti nei villaggi circostanti, che hanno studiato nelle scuole elementari del luogo e che ora, dopo altri anni di filosofia e teologia sono preti per il servizio nella Chiesa. Preti per annunciare “buone notizie”, per ricordare e “dimostrare” l’esempio di un “maestro” che non si e' accontentato di insegnare. La tradizione di qui vuole vedere nel prete anche un "capo", una autorita' equiparabile alle grandi personalita' del luogo, ecco che tra i doni fatti dopo la cerimonia di ordinazione non puo' mancare il cappello tipico, abbellito con piume rosse di pappagallo e una specie di scopino da tenere in mano. Il nostro augurio: che questi nuovi preti siano autorevoli come lo fu Gesu' per il bene degli uomini.

venerdì, agosto 13, 2010

NUOVO INDIRIZZO MAIL

Diciamo che i problemi di connessione sono diventati notevoli, ecco il nuovo indirizzo mail, da preferire se il vecchio (renzo.busana@dehoniani.it)indica casella piena:
babonde63@gmail.com

omaggio alla BOUE


Omaggio alla “boue”
La foto è stata presa durante il viaggio fatto all’inizio dell’anno, direzione la missione di Mambasa, nella stessa nostra diocesi di Wamba ma a più di 350 chilometri di distanza. Una sessantina di questi chilometri, affrontati in moto, erano veramente difficili a causa della “boue”, parola francese che approssimativamente si pronuncia ‘bu’ e che significa ‘fango’. Per gli amanti delle lingue, tradotta in kiswahili suona invece così: ‘potopoto’. Non essendo né chimico, né fisico, né geologo non saprei dire il perché di questo colore rosso, certo che è simpatico, ed oggi vorrei scrivere qualcosa su questa “boue” senza sputarci sopra, anche se più volte ci siamo involontariamente e malvolentieri immersi in essa: me la immagino paradigma della condizione umana e delle sue speranze.
Mi ispira poiché vedendola penso ai buoni mattoni cotti che ci si potrebbero fare, mentre a Babonde la presenza di troppa sabbia impedisce una buona consistenza; una “boue” simile, inzuppata d’acqua, è ricercata anche dalle donne quando devono intonacare la loro casa fatta di una struttura di pali di legno intrecciati; un’altra “boue” diversa nel colore, raccolta vicino ai torrenti, è invece utilizzata per fabbricare pentole e recipienti, i più diversi ed utili…
Certo noi che eravamo in strada e ci eravamo già immersi fino alla vita un paio di volte in qualcuno di quei grandi buchi che scavano i camion carichi di merce incapaci di avanzare su di un terreno soffice impregnato d’acqua, in quel momento preciso la “boue” ci veniva fuori dagli occhi e non eravamo capaci di apprezzarla, rimpiangevamo un po’ di liscio asfalto (o almeno io lo rimpiangevo, visto che Valentino con il quale ho fatto il viaggio non credo abbia ancora avuto l’occasione di vederlo, se non qualche centinaio di metri ad Isiro), rimpiangevamo persino quei due chilometri fatti sul letto di un torrente parallelo al nostro percorso: deviazione provvidenziale per evitare dell’altra “boue” sulla strada, impossibile da superare.
Eh sì, a seconda delle situazioni di vita la medesima “boue” la si può cercare o fuggire, è preziosa o inutile, se non addirittura dannosa e nociva. Allo stesso modo l’uomo e la condizione umana, molto dipende da come la si guarda, lo stesso uomo, oggi amico ed “utile” domani lo si disprezza ed evita. La troppa “boue” che ti si incolla addosso e ti fa scivolare, che sporca e rallenta il cammino, che fa rimpiangere l’essersi messi in strada, è lei che accomuna tutti nella stessa fatica e nello stesso colore, che abbassa gli spiriti bollenti od orgogliosi e spinge a chiedere aiuto. Toccare l’umanità, ogni umanità, non è facile né semplice eppure siamo fatti della stessa, medesima umanità. Colui che è talvolta evitato divento ad un certo momento il percorso obbligatorio per raggiungere la meta. Dice la Bibbia che dal fango siamo stati tratti, per una avventura umana e divina, ma non dimentica di ricordare che nello stesso fango ritorneremo. Parentesi felice di colui che rimane pulito per un po’ di tempo soltanto, o piuttosto il fatto che noi uomini, pur rimanendo fango siamo afferrati alla mano e senza merito siamo tirati altrove? Probabilmente con san Francesco potremmo aggiungere “Laudato sii mì Signore per nostra sora “boue”, così sporca ma che tu fai bella.