mercoledì, marzo 03, 2010

Spettacoli


Una Land Rover è uno spettacolo talvolta. Nel senso che di vetture non ne circolano molte sulle strade/sentieri del nostro territorio. Assieme alle vetture anche le motociclette sono un richiamo per i bimbi che lasciano volentieri i loro giochi - senza giocattoli - per salutare con molto entusiasmo e grida acute i viaggiatori. Se ci si impegna nel rispondere ai saluti può succedere di rientrare affaticati e con la voce debole. Le grida dei primi attirano l’attenzione dei bimbi che stanno più avanti, così che talvolta corrono veloci lungo i bordi della strada, preparandosi per tempo, in modo da offrire il loro “benvenuto”. La velocità, sempre ridotta, permette saluti e piccoli dialoghi, talvolta a scapito dell’attenzione necessaria su un percorso sempre accidentato. Wonodokuu! Wa ka gayani? Asekwabo? (nella lingua kilika, la sola che i bimbi conoscono, e che io padroneggio giusto per rispondere a questi piccoli dialoghi). Purtroppo domenica 14 febbraio la Land Rover è diventata spettacolo per un altro motivo: è andata all’aria, mostrando le sue gambe (ruote). Imperizia del nostro nuovo giovane autista, distrazione, eccesso di velocità, cattive condizioni della strada? Certo possiamo cercare cause e ragioni, sta di fatto che l’incidente poteva trasformarsi in tragedia per qualcuna della dodici persone che erano all’interno e che oramai in prossimità d’Ibambi, si preparavano a partecipare alla festa di quella indimenticabile domenica. In francese si dice “tonneau” una piroetta fatta su se stessi. La nostra vettura dopo essersi posata sul fianco si è fermata sul suo tetto, mandando tutti con la testa in basso e il pensiero a Dio. Il cristallo rovina in pezzi sui primi due, la carrozzeria di schiaccia dalla parte del passeggero davanti. Altri vetri in pezzi, scossoni ed urti. Poco a poco, uno dopo l’altro tutti i passeggeri escono con le proprie forze. Non un morto, non un ferito, non un osso rotto, non un trauma alla testa. Un giovane ragazza presa dall’angoscia una volta fuori dal veicolo inizia a gridare pensando d’essere l’unica sopravissuta e sviene. Qualche goccia di disinfettante per i due che hanno ricevuto graffi alla spalla, sulla guancia e molto spavento. “Mungu asifiwe”, “Dio sia lodato” ancora una volta, una protezione dall’alto non è venuta meno. Non abbiamo vittime da piangere, nessuno tra i passanti sulla strada è stato urtato, nessuna casa abbattuta. Un gruppo di giovani pieni di forza raddrizza la vettura e la spinge alla missione. A dopo le riparazioni. Nelle preghiere del mattino che facciamo ogni giorno prima di iniziare la messa c’è anche “Malaika mlinzi yangu” all’angelo custode. Certo con il cuore in gola, la festa di quella domenica occasionata dalla prima messa di due nostri giovani confratelli da poco ordinati preti ha potuto svolgersi nella calma e nel ringraziamento.
N.B. La data sulla foto non corrisponde in quanto la macchina fotografica era impostata su quella data errata.