giovedì, gennaio 18, 2007

mercoledì, gennaio 17, 2007

Attendi, attendi...

13 Gennaio 2007
Siamo in piena stagione secca - tre mesi senza pioggia salvo una puntuale innaffiata una sola volta un solo giorno a scelta intorno a Natale - niente caldo insopportabile, anzi. Una buona escursione termica fa sentire che è quasi "freddo": raffreddori per bimbi e anziani e per tutti molta polvere. Altra cosa da aggiungere è la progressiva scarsità di acqua alle differenti sorgenti. Solo qualcuna continuerà a donare buona acqua. Siamo comunque in foresta, l’umidità non manca mai. Altra attenzione da avere è il fuoco di chi prepara i campi per la prossima semina e brucia erbe e sterpaglie, poiché talvolta diventa pericoloso quando se ne perde il controllo.
Sto diventando un buon conoscitore delle strade della nostra zona, oggi pomeriggio servizio ambulanza per una giovane donna che non riusciva più a reggersi - nè ad essere retta - per arrivare in moto all'ospedale. Ho qualche rimpianto per la cara piccola Fiat Panda... soprattutto per quanto riguarda la differenza dei costi di manutenzione rispetto alle vetture locali.
Per quanto riguarda la situazione politica tutto procede con regolarità, ossia dopo l'elezione del presidente e del parlamento prossimamente si insedierà il primo ministro e il governo... Non ci sono segnali di tensione, solo una certa inclinazione a considerare il presidente alla vecchia maniere, come fosse un "presidente assoluto". Il gioco democratico è ben scritto nelle regole ma non ancora pienamente assorbito dalla popolazione. Se non ci saranno sorprese preparate dal di fuori (l'avversario -Bemba - dell'attuale presidente - Kabila - è ora a Bruxelles...) tutto lascia presagire un futuro pacifico. Anche la frontiera dell'Est, nell'Ituri, si sta normalizzando, rimane il problema dell'inserimento nella vita civile degli ex "ribelli" o soldati delle differenti fazioni e dei molti "bimbi soldato", cresciuti con il fucile in mano. Essere soldato, per la popolazione civile significa essere "predone", dal quale stare bene al largo. Altro problema sarà il clientelarismo e la corruzione di coloro che siederanno al potere. Nel discorso di insediamento il presidente Kabila ha detto “la ricreazione è finita” riferendosi anche a questi problemi ben radicati in tutta l’Africa. Questa frase “la ricreazione è finita” sta diventando il ritornello di tutti coloro che desiderano esibire buona volontà. Sarà il tempo a donare il suo giudizo, ma sarebbe un peccato perdere ancora un’occasione.
“Ngoya, ngoya, ilikosesha sokomutu mkia”. Attendi, attendi, il gorilla ha perduto la coda.
Tra i molti animali della foresta il gorilla ha sempre impressionato la popolazione pigmea, essendo l’unico senza coda (dopo l’uomo naturalmente). Ecco che una storia racconta dell’appuntamento che il Creatore aveva dato a tutti gli animali per ricevere ciascuno la propria coda. Unico, il gorilla, si è attardato in altre faccende, così da rimanerne senza.
Non avendo foto del Gorilla, accontentiamoci di una semplice scimmietta, catturata per essere addomesticata e venduta, se riuscirà a sopravvivere.

1 dicembre 2006
Bernardo il 3 novembre, in solitaria. Ermanno, a Banalia, il 25 novembre, accompagnato da Jean, Joseph, Enrico, Gherardo, Giuliano, Ireneo, Francesco, Martino, Aloisio e Giuseppe, stavolta a Kisangani lo stesso giorno. Appena il giorno seguente, siamo a Wamba, e sono Giuseppe Wittebols, Cristiano, Carlo, Clemente, Leone, Jerom, Giacomo e Giuseppe. Ancora un giorno, a sessanta chilometri di distanza in una località dal nome difficile da pronunciare, a Bafwasende, è la volta di Pietro, Enrico, Giovanni, Guglielmo, Arnoldo, Aloisio ed un altro Guglielmo. Sono 27, siamo nell’anno 1964, in Congo, siamo nell’altro secolo, quello passato, ma che non sento poi così lontano. Sono i nostri confratelli missionari uccisi in una manciata di giorni durante il tempo terribile di una “rivoluzione”, una di quelle rivoluzioni ben conosciute nel Congo, capaci di promettere “liberazione” e “salvezza” immediata, ma che nel presente riescono solo a far scorrere abbondante sangue e nel tempo a venire saranno capaci si spendere parole ed alimentare sogni mai realizzati.
Sono stati uccisi perché stranieri, perché capaci di comprendere ciò che si stava realizzando e quindi “pericolosi”, perché preti e pastori, per politica, per odio, per ignoranza.
Sono stati accompagnati da moltissimi altri a noi sconosciuti e da una ragazza di 24 anni, da pochi anni suora che per fedeltà alla sua consacrazione a Dio ha resistito e rifiutato di cadere nelle mani e cedere alle voglie di un comandante che voleva prenderla con la forza, Anualite. Sorte triste e gloriosa, giorni oscuri di violenza e di morte, giorni luminosi di testimonianza e di amore nelle offese, di perdono nella persecuzione.
Per lei era il primo dicembre ed è appunto oggi che tutta la nazione del Congo la ricorda ad Isiro, nella città in cui è rimasta alcune ore, il tempo di morire.
Anch’io sono qui perché qui si sono dati appuntamento i cristiani, dopo essere passati per Wamba e per Bafwabaka, nei luoghi in cui è nata e cresciuta, dove ha conosciuto ed amato Cristo nella fede, dove ha servito con semplicità e amore i fratelli, dove lei si è “messa a parte” per essere di Dio. E’ la prima “beata”, si dice così, tra i credenti del Congo, della quale di fa memoria, per non dimenticare, presa ad esempio per sostenere il cammino di molti altri ed altre.